Search Engine Optimization. Per molti, questo tris di parole rappresenta un vero tabù. Eppure, chi si occupa di web – che sia un blogger o il proprietario di un eCommerce – sa benissimo quanto sia importante dare visibilità ai propri contenuti. Conosce l’impatto che può avere la SEO sui risultati mostrati dal motore di ricerca (Google per la stragrande maggioranza dei casi). E lo sai anche tu che stai leggendo queste righe.
Ma gli aspetti tecnici ti spaventano: redirect, link building, robots.txt, sitemap.xml, ecc. Sono parole che (forse) conosci; parole con cui, quotidianamente, ti scontri e confronti… E continui a capirci poco o niente.
Ecco, questo articolo vuole essere un assaggio di SEO. Una piccola guida per “principianti”, che mira a spiegarti – nella maniera più semplice possibile – cos’è la SEO, cosa Google si aspetta da noi e, soprattutto, cosa significa NON fare SEO.
Cos’è la SEO?
La SEO è una tecnica che si concentra sulla crescita di un sito web sui risultati del motore di ricerca. In altre parole, si tratta di un metodo di scrittura e di costruzione di pagine web che permette loro di intercettare le domande degli utenti, invece di attrarre traffico attraverso annunci a pagamento. E non è un modo per imbrogliare o ingannare il sistema. È, semplicemente, il modo migliore per creare le pagine e per offrire una grande esperienza utente, sia ai lettori sia ai motori di ricerca.
Scrivere grandi contenuti con informazioni pertinenti offre agli utenti quello che vogliono. Ed è anche quello che vuole Google, e che comprende meglio. Più l’informazione contenuta nelle pagine del tuo sito web sarà chiara e concisa, maggiori saranno le possibilità che Google le trovi e che, quindi, ti premi, restituendoti maggiore visibilità in SERP – che poi sarebbero le pagine di ricerca.
In fondo, come utilizzi il motore di ricerca – Google in questo caso? Gli poni delle domande: quanto è alto David Beckham, cos’è il CNEL, e ancora, chi è Kaiser Soze.
La metafora del bibliotecario
Prova a immaginare Google come il bibliotecario super tecnologico di una gigantesca libreria. Ogni pagina di un sito web è un volume e, ogni giorno, questo numero cresce in maniera esponenziale. Per fare in modo che questa enorme mole di documenti sia accessibile, in maniera semplice e immediata, è necessario che ogni volume (che poi sarebbero le pagine web), sia etichettata: abbia un titolo e una descrizione. Viceversa, il nostro caro bibliotecario come potrebbe trovare il volume adatto alle tue necessità?
Ecco. La SEO serve proprio a questo: a etichettare i volumi della libreria, che prende il nome di Internet.
La domanda, ora, è un’altra. Ovvero, come fa Google a restituirti quei dieci risultati che vedi nella prima pagina di ricerca, tra N mila risultati possibili? Ti invito a provare una ricerca seduta stante, e scrivere nei commenti il numero di risultati complessivi trovati da Google.
Una cosa del genere, insomma:
Gli uomini scelgono attraverso le euristiche. I computer, invece, sono “limitati” da algoritmi. Puoi capire, quindi, quanto sia importante comprendere come ragiona il motore di ricerca – Google in questo caso.
Devi interrogarti e capire quali sono i fattori che possono premiarti. Solo in questo modo puoi permettere a Google di assimilare al 100% i tuoi contenuti, in modo da restituirli a chi cerca informazioni (sul tuo prodotto o servizio).
Cosa vuole Google da te?
L‘algoritmo di ricerca di Google è un segreto in continua fase transitoria. In due parole: cambia sempre. Sì, anche in questo momento. Comprendere, quindi, quali siano i parametri che possono premiare o meno i tuoi contenuti sul web può essere arduo. Certo, hai a disposizione Google stesso. Puoi osservare la concorrenza e capire quali sono i parametri che il colosso di Mountain View considera più rilevanti e meritevoli delle prime posizioni.
In generale, i motori di ricerca – Google in primis – mirano a restituire risultati quanto più pertinenti con l‘intenzione di ricerca dell‘utente. E puntano, anche, a rendere l’esperienza di ricerca fluida e soddisfacente.
Per queste ragioni, devi porre particolare attenzione a questi quattro parametri
- Contenuto. Le informazioni sul tuo sito web (articoli di blog, pagine di servizio, ecc.) sono rilevanti per le chiavi di ricerca? Lo stesso vale per le descrizioni e gli alt tag delle tue immagini?
- Perfomance. Il tuo sito web carica velocemente? Le tue immagini sono ottimizzate?
- Autorevolezza. Il tuo sito web (o blog) è considerato autorevole e, pertanto, citato da altri siti autorevoli?
- User Experience. Il tuo sito web è facile da navigare? Ci sono link che non funzionano correttamente? Per quanto tempo un utente resta a leggere i tuoi contenuti?
Queste sono domande a cui devi dare una risposta. E devi farlo in fretta. Anche perché ogni domanda corrisponde a un fattore che, guarda caso, combacia (e si combina) perfettamente con quello che Google – e gli altri motori di ricerca – (ri)cercano in un sito Internet.
In sostanza, ognuno di questi fattori contribuisce ad aumentare le probabilità che il tuo contenuto raggiunga un buon posizionamento all‘interno delle pagine di ricerca di Google. Questo perché ogni sito web ha un valore numerico attribuito da Google che ne stabilisce l’autorevolezza. Questo valore si chiama page rank. Più è alto, maggiori sono le possibilità di vedere al primo posto un proprio contenuto.
Cosa non è la SEO
Ottenere un alto page rank è il sogno di molti SEO. Spesso, però, si cerca di circuire il sistema. Di ingannarlo. Di accumulare dettagli, piccole sfumature che agli occhi di Google possono sembrare – seppur momentaneamente – contenuti da premiare. Il risultato può essere raggiunto, è vero. Sarei ipocrita ad ammettere il contrario. Eppure, arriva sempre la resa dei conti. E in questo caso il giudice, il carnefice e il boia hanno la stessa faccia. E ha la forma di un’imponente G.
Esatto, è solo questione di tempo. D’altronde, l’algoritmo di ricerca di Google è molto complesso. Ingannarlo è possibile, ma solo per un breve periodo. Insomma, se pensi che esistano dei trucchi a buon mercato per guadagnare le grazie di Google, la SEO non fa per te.
Alcune pratiche da cui stare alla larga, se vuoi che Google ti sia vicino
- Comprare link. Essere linkato da siti autorevoli ha un forte impatto sul ranking del tuo sito web. Ma non puoi comprare questo genere di rispetto. Stai lontano da chi ti offre decine di link, previo pagamento, per aumentare la tua visibilità online. Con molta probabilità, infatti, chi offre questo genere di servizi ha intenzione di venderti link che non hanno nulla a che fare con la tua nicchia. E questo non è visto di buon occhio da Google.
- Keyword stuffing. Usare una chiave di ricerca naturalmente all’interno di un testo è il modo migliore per posizionare un contenuto su Google. Il segreto è di farlo con naturalezza, senza ripetere in modo ossessivo la keyword che intendi intercettare con il tuo contenuto. Io, solitamente, quando ho finito di scrivere leggo ad alta voce il post. Oltre scovare eventuali refusi, è molto utile per individuare inutili (e penalizzanti) ripetizioni.
- Pessima user experience. Il segreto per comprendere se il proprio sito web è navigabile e aiuta la consultazione dei contenuti, basta trasformarsi in un utente. Può risultare difficile assumere un occhio critico, me ne rendo conto. Eppure, è un approccio positivo che alla lunga premia. Domandati se hai annunci pubblicitari che invadono lo schermo. Se è difficile trovare le informazioni e accedere a ogni pagina del tuo sito/blog. Infine, controlla la frequenza di rimbalzo. Se più dell’80% delle persone che cliccano sul tuo sito, lo abbandonano entro 5 secondi, c’è qualcosa di sbagliato che deve essere rettificato.
La SEO è la ricetta per creare contenuti efficaci
Esatto. Pensa alla SEO come la ricetta ideale per preparare contenuti appetibili per gli utenti e per Google. Proprio come una ricetta ti suggerisce gli ingredienti da aggiungere e le tecniche da utilizzare per preparare al meglio la tua “pietanza” (meglio noto come contenuto web). Quanto più si segue la ricetta, migliori saranno i risultati.
La preparazione, invece, spetta a te. E in questo caso, aggiornarsi, studiare e sperimentare sono le tre parole d‘ordine per aprire le porte del web e comprendere le sue regole. Sì, non si tratta di cercare segreti o applicare trucchi trovati in rete. Per avere successo nel lungo periodo bisogna giocare secondo le regole.