La SEO spaventa e confonde parecchi blogger. Ed è Google a rendere il “gioco” ancora più complicato. Il motore di ricerca più utilizzato al mondo continua ad aggiornarsi e a cambiare. Questo mutamento trasforma la SEO in una sfida costante. Come se non bastasse, gli articoli che trattano di posizionamento sui motori di ricerca sono – spesso e volentieri – carenti di informazioni e raffazzonati. O, peggio ancora, colmi di parole e consigli preziosi… Peccato che siano tutti sbagliati.
Ora, io non ho la conoscenza assoluta. Nessuno può averla. Questo, però, non mi vieta di scrivere un articolo che parla di leggende SEO. No, non intendo personaggi leggendari da seguire e idolatrare. Piuttosto, di miti da sfatare.
In questo modo, il tuo approccio alla SEO può cambiare leggermente. Potresti, addirittura, convincerti che dietro questo acronimo, oltre algoritmi e tecnicismi vari, ci sia proprio il mondo adatto a te.
#1 Devi essere grande per attrarre traffico organico
Partiamo da una verità (più o meno) assoluta: è vero che i siti che hanno un traffico maggiore hanno un ranking più alto nella classifica virtuale di Google. Questo può scoraggiare i piccoli brand e i blogger alle prime armi. Ma non deve scoraggiare te. Puoi ambire anche tu a una fetta di torta e. fuor di metafora, piazzare i tuoi contenuti nella SERP di Google.
I nostri clienti, ad esempio, non sono delle grandissime realtà. Noi aiutiamo le piccole e medie imprese ad acquisire la giusta visibilità online. E posso assicurarti che riescono a raggiungere numeri abbastanza interessanti in termini di traffico organico. Questo perché hanno capito come giocare le carte a loro disposizione.
Ora, la domanda che stai per farmi è abbastanza intuibile:
Giovanni, come posso aumentare il traffico proveniente da Google?
Principalmente, ci sono due cose che dovresti fare subito:
- puntare su parole chiave più specifiche (la cosidetta long tail o coda lunga), invece di tentare – invano – di attaccare keyword secche ad alta concorrenza
- cercare su Google la keyword per cui vorresti posizionarti, ed esaminare, S-C-R-U-P-O-L-O-S-A-M-E-N-T-E i contenuti che occupano le prime posizioni. Questo può aiutarti a comprendere se puoi (e come, eventualmente) scalzare i tuoi diretti “avversari”. Insomma, prima di creare un contenuto devi scegliere bene la tua battaglia.
#2 La SEO è troppo complicata, Google cambia sempre le regole
Ok. È vero. A Google piace cambiare. E gli piace farlo innumerevoli volte l’anno. E in grande. Penguin, Panda, Hummingbird, il recente passaggio a https, l’assalto al mobile friendly dello scorso anno, e l’esilio (si spera) dei popup invasivi, sono alcuni esempi di come Big. G evolve i suoi algoritmi.
Tutto questo può spaventarti. Puoi indurti a credere che la SEO sia, davvero, troppo complessa.
Ok, toglietelo dalla mente. O meglio, lungi da me dirti che la SEO sia roba semplice. Padroneggiarla è un’arte. Serve tempo, dedizione e formazione.
Eppure, se giochi secondo le regole non devi preoccuparti di tutti questi tecnicismi. Ogni volta che Google apporta una modifica sono le persone che giocano sporco a soffrire – magari non subito, ma ti assicuro che soffriranno. E come se soffriranno.
Se vuoi evitare di finire nel dimenticatoio di Google, evita queste pratiche come la peste:
- acquisire troppi link da siti spam
- ripetere fino allo sfinimento (tuo e del lettore) la parola chiave
- produrre contenuti che non meritano il tempo di nessuno
Se, invece, tieni fede a queste 3 semplice regole, puoi ambire a raggiungere ottimi risultati nelle pagine di ricerca (o SERP):
- utilizzare la parola chiave in modo naturale
- produrre il miglior pezzo possibile sull’argomento da te scelto
- ottenere link in ingresso da blog o siti web vicini alla tua nicchia
Per approfondire → Il tuo sito è ottimizzato per i motori di ricerca?
#3 Le Keyword non sono più rilevanti
Qualche anno fa era possibile spammare senza ritegno le parole chiave all’interno di un testo. Questo assicurava (più o meno) una corretta indicizzazione del contenuto da parte di Google.
Oggi, le cose sono cambiate. Anzi, ripetere troppo la keyword può essere penalizzante.
Ora, siediti e reggiti bene sulla sedia. Molte persone, a causa di questo cambio di rotta da parte di Google, affermano che:
Le keyword non contano nulla
La verità, però, è sempre più complicata di una banale citazione.
I motori di ricerca (Google in primis) necessitano ancora di un piccolo aiuto per categorizzare correttamente i contenuti che, ogni giorno, gli vengono dati in pasto. Questo aiuto è rappresentato dalle parole chiave, o keyword che dir si voglia.
Quindi, invece di cospargere il tuo contenuto con parole chiave spammate a caso, puoi (e devi) inserirle in alcuni punti specifici del tuo testo.
Vuoi sapere quali sono questi punti?
- L’url – meglio noto come indirizzo web
- Il titolo del post (title SEO)
- L’header (h1)
- Il primo paragrafo (o le prime 100 parole)
- Il contenuto (con tutte le possibili variazioni)
Questo è tutto ciò che serve per ottimizzare correttamente il tuo contenuto e indicizzarlo per una determinata parola chiave (o query di ricerca).
#4 Il Guest Blogging è morto
È strano come Google ci dice sempre di smettere di fare ciò che funziona. E il guest blogging non fa eccezione. Nel 2014, Matt Cutts ha spaventato tutti affermando che il guest blogging era morto.
La notizia ha bloccato tantissimi blogger, con conseguente calo del guest blogging.
Questo, però, non deve fermare te.
Anche perché Matt voleva scoraggiare un modo di fare guest blogging sbagliato. Se scrivi un post utile e rilevante per un collega blogger, nella tua nicchia di riferimento, Google non può che apprezzare.
Questo è tutto.
Prendi questa intervista sul blog di Francesco Ambrosino come esempio. Ho risposto alle sue domande, senza nascondermi. Come farei con qualsiasi contenuto sul mio blog.
Ora, vuoi sapere qual è la grande notizia? Molti top blog sono alla ricerca di guest post, ed è un ottimo modo per fare SEO.
Inoltre, puoi ottenere un link al tuo sito web, l’esposizione a un nuovo pubblico e la possibilità di fare rete con persone nuove.
#5 Google troverà automagicamente ogni mio post
Google ha creato Search Console per aiutarci a monitorare i nostri siti web, da una prospettiva di ricerca.
Ci sono tantissimi vantaggi a impostare questa funzione. Uno dei più grandi informa Google di ogni pagina (o post) che hai aggiunto al tuo sito web. Comprese quelle nuove di zecca.
Ci sono alcuni passaggi da rispettare, ma le basi sono queste:
- iscriviti a Search Console (con un account Gmail)
- collega il tuo sito web, e verificane la proprietà (con l’aggiunta di un codice speciale)
- aggiungi una sitemap XML (puoi utilizzare Yoast SEO su WordPress)
D’ora in avanti, ogni volta che aggiungerai un articolo (o una pagina) al tuo blog, puoi informare Google dell’avvenuta modifica, utilizzando una funzione di Search Console molto utile: visualizza come Google.
Questa semplice operazione, oltre notificare a Google la pubblicazione di una nuova pagina, ne accelera l’indicizzazione.
Search Console mette a disposizione un arsenale di funzioni. Ma questo, almeno per il momento, è quello che interessa a te… O continui a pensare che Google abbia una bacchetta magica per trovare i contenuti?
Ignora i miti e prospera con la SEO
Come vedi, basta attuare delle semplici procedure per incrementare il traffico proveniente da Google. Ti consiglio, comunque, di studiare da fonti autorevoli, e di non prendere per oro colato tutto quello che leggi in rete. E ricordare, sempre, la regola d’oro per avere visibilità online: curare i tuoi contenuti come se fossero tuoi figli. Questo è quello che vuole Google, ed è quello che difficilmente cambierà. Nonostante gli algoritmi. Per ulteriori chiarimenti, ti aspetto nei commenti.