Ogni promessa è debito e, come scrivevo giorni fa sul mio profilo Facebook, ho da poco consegnato a un cliente, Carmelo Freni, imprenditore messinese, una SEO Audit del suo sito web. Carmelo non sapeva esattamente cosa gli avrei venduto, ma sapeva che lo avrei aiutato a migliorare le performance del suo sito. Nativa Integratori Naturali, così si chiama l’azienda, produce, e vende online, un integratore alimentare per il miglioramento del metabolismo (per i curiosi il sito è www.nativaintegratorinaturali.it).
In questo articolo, ti elenco gli step per condurre una SEO Audit accurata e diagnosticare eventuali problemi del tuo sito o, perché no, di quello di un tuo cliente. Esattamente come io ho fatto con il sito di Carmelo.
Cos’è una Analisi SEO

Partiamo dalle definizioni: una SEO Audit è un documento che riporta tutti i dati dell’analisi condotta su un sito web. Un checkup completo e opportuno, dove vengono evidenziate tutte le problematiche e le modifiche da fare. Questo serve a rendere il sito performante dal punto di vista della strategia, della SEO on page e on site, della link building e della velocità di caricamento delle risorse.
Il sito di Carmelo è una semplicissima landing page a cui è agganciato un blog, contenente una ventina di articoli. La landing page è stata fatta da un’altra web agency, di cui ometterò il nome, per la privacy. Carmelo ha poi iniziato a curare il blog, insieme alla moglie. Nessuno dei due si è mai chiesto come dovessero essere scritti i contenuti, ma vedendo il traffico sempre molto basso, hanno deciso di contattarci.
Il sito che vedi adesso online è il risultato di alcuni interventi fatti in seguito alla SEO Audit. Ma non ti nego che i lavori sono ancora in corso, per alcuni aspetti. I risultati si intravedono, ma ancora c’è tanto lavoro da fare. Content marketing in primis.
Ecco una checklist operativa degli step affrontati nel corso della SEO Audit.
Analisi SEO Audit, come si conduce? Ecco una checklist

Per semplificarti il lavoro, ho suddiviso gli step operativi da affrontare per produrre una SEO Audit. Seguono 7 paragrafi, ciascuno dedicato a una parte di analisi, necessaria per valutare correttamente un progetto web.
#1 Analisi situazionale
Analisi delle buyer personas
Abbiamo condotto un’analisi accurata del mercato, dal punto di vista delle ricerche degli utenti su Google, attraverso diversi strumenti SEO, gratuiti e a pagamento.
La fase iniziale di studio parte sempre da un’analisi delle buyer personas, ovvero gli acquirenti potenziali del nostro prodotto o servizio. Senza conoscere il pubblico del nostro cliente, non puoi formulare alcuna strategia.
Chi sono le persone che vogliamo intercettare? Di cosa si occupano, qual è la loro storia? Quali sono gli argomenti sui quali cercano informazioni? In che punto del loro buyer’s journey, il percorso che un individuo compie fino all’acquisto, vogliamo intercettarli? Queste sono domande a cui devi dare una risposta, prima di passare al passo successivo, ovvero…
Keyword Research
L’individuazione delle keyword di settore, e di quelle a esse correlate, diventa il secondo step della SEO Audit, fondamentale ai fini di una buona strategia. Abbiamo quindi isolato le keyword più rilevanti, e una serie di parole chiave correlate.
Analizzare le parole chiave di un settore merceologico significa scandagliare il web. Comprendere in che modo gli utenti, interessati ai servizi o prodotti del tuo cliente, cercano informazioni online. Quali sono gli argomenti che potrebbero suscitare interesse, e trasformarsi, quindi, in oggetto di ricerca?
Non resta che verificare su Keyword Planner, e altri SEO tool, le parole chiave che abbiamo individuato. Devi comprendere il modo migliore per lavorare su quelle con un maggior volume di ricerca, e bassa concorrenza, su cui costruire la strategia.
Quelle che riporto nella tabella a seguire sono le parole chiave di settore, isolate per www.nativaintegratorinaturali.it.
Keyword primarie |
Volume |
Concorrenza |
Competitor |
alimentazione palestra |
5400 |
alta |
gjav.com, mypersonaltrainer.com, myprotein.it |
dieta palestra |
1600 |
bassa |
www.greenstyle.it www.greenstyle.it |
integratori palestra |
1600 |
bassa |
www.albanesi.it www.my-personaltrainer.it www.abcallenamento.it |
integratori naturali |
1000 |
alta |
mypersonaltrainer.com, macrolibrarsi.it, gjav.com, sorgentenatura.it |
glicemia alta |
9900 |
alta |
www.analisidelsangue.net
my-personaltrainer.it,
www.abilitychannel.tv
|
berberina |
1300 |
media |
nutrifarma.it, my-personaltrainer.it, blog.iafstore.com |
culturismo natural |
140 |
bassa |
my-personaltrainer.it,
my-personaltrainer.it,
skepticaldragoon.it
|
cromo |
5400 |
bassa |
my-personaltrainer.it, myprotein.it, blog.iafstore.com |
esercizi per dimagrire |
18.000 |
bassa |
www.portalebenessere.com
www.eserciziperdimagrire.org
www.leitv.it
|
Un esempio pratico di content marketing inbound per ATTRARRE TRAFFICO QUALIFICATO con la keyword “esercizi per dimagrire”

Anche se il blog di Carmelo non parla di esercizi per dimagrire, ho reputato interessante questa parola chiave, e le molteplici keyword long tail a essa correlate (esercizi per dimagrire la pancia, i glutei, i fianchi, le braccia, le gambe, ecc…).
Creare una categoria incentrata su questo argomento, e suggerire il suo sviluppo attraverso il blog, mi sembra un’ottima idea per attrarre traffico qualificato. Il cliente ha anche una palestra, e può confezionare una serie di video sull’argomento. Il che sarebbe ottimo. La keyword, inoltre, non è solo a bassa concorrenza, ma genera anche 18.000 ricerche mensili, in media. “Un piatto ricco in cui ficcarsi”, amici miei (semi-cit.).
Chi cerca “esercizi per dimagrire” vuole dimagrire con il movimento, quindi, è in target rispetto al prodotto venduto da Nativa Integratori Naturali. Sicuramente, attrarremo una persona che vuole allenarsi a casa, e a cui potrebbe certamente interessare provare un integratore naturale, per massimizzare il metabolismo e, quindi, a dimagrire.
Analisi SEO del posizionamento attuale
A questo punto, bisogna passare all’analisi dello stato di salute del sito. Indica, a monte, le keyword per le quali il sito del tuo cliente risulta visibile, entro i primi 100 risultati di Google.
Attraverso SEOZoom, ho estrapolato tutte le parole chiave per le quali il sito è visibile sui motori di ricerca. Da questa analisi si capisce che, rispetto alle keyword individuate durante l’analisi semantica condotta a monte, il sito è invisibile per le keywords di interesse, in quanto posizionato dalla 3° pagina dei risultati, in avanti.
Se il blog fosse strutturato con un’architettura dei contenuti coerente e ben organizzata, in funzione degli argomenti cercati dagli utenti, il sito avrebbe un migliore posizionamento per ogni singola categoria.
Invece, esistevano circa 15 categorie, tutte con pochi articoli, che rendevano ogni tassonomia poco rilevante. Per non parlare dei 20 tag – quasi uno per articolo.
Definizione della strategia
Sulla base delle parole chiave individuate, puoi costruire anche la tua strategia inbound sul sito. Una rete di collegamenti studiata ad hoc, per posizionare il sito web per per determinati argomenti, correlando gli articoli e creando tassonomie orizzontali e verticali, grazie a tag e categorie. In questo modo la navigazione risulterà più semplice e intuitiva.
Io e Giovanni abbiamo, per prima cosa, dato uno sguardo al sito e a come fosse impostato. Il blog non aveva una sua collocazione in una pagina del sito. Era letteralmente “incastonato” nella landing page. Scelta poco sensata. Le tassonomie erano inesistenti. Se le categorie racchiudevano, più o meno per argomenti, i diversi articoli, i tag erano usati in maniera schizofrenica, priva di senso.
Abbiamo così creato la pagina blog, ed eliminato una serie di categorizzazioni inutili. Dopo aver riformulato le tassonomie, abbiamo impostato il blog come lo vedete adesso.
#2 SEO Audit: ottimizza la SEO on page
Il lucchetto verde è simbolo del protocollo sicuro https
Riscrivi title, description, url e alt tag, in base alle keyword
A seguire, occorre ottimizzare, per ogni singola pagina web (pagine, articoli e categorie), tutti i fattori di posizionamento on page. Per il sito di Carmelo abbiamo fatto proprio questo. Ovvero, abbiamo ottimizzato, in base alla strategia adottata:
- title
- description
- i tag h (h1 – h2, h3 ecc.)
- i tag alt per le immagini
- le url di ogni pagina
Tutta l’ottimizzazione on page è stata fatta seguendo le direttive di Google, in modo da correggere del tutto l’indicizzazione del sito.
Suggerimento → A seguito di quest’ultima modifica, ricordati di scrivere tutti i redirect 301 opportuni dentro il file .htaccess, per non perdere link juice, ovvero il ranking della vecchia url.
#3 Verifica l’ottimizzazione SEO on site
A parte l’ottimizzazione on page, occorre verificare anche l’ottimizzazione on site. Tutte questioni legate a struttura, backlink e link interni.
Sitemap xml
Uno degli step dell’analisi prevede la verifica della sitemap xml e l’utilizzo di Search Console (Webmaster Tools) per inviarla a Google. Attraverso il plugin SEO Yoast abbiamo escluso dalla sitemap tutto ciò che non serve indicizzare. Inoltre, abbiamo configurato Search Console, e:
- rimosso le pagine inutili dall’indice di Google
- inserito la sitemap xml
- rinviato all’indice il sito web, per fare una nuova scansione
Mappa Utente
È importante verificare la presenza di una mappa utente del sito. Questa è utile ai motori di ricerca per comprenderne la struttura, e per gli utenti, che possono avere un quadro chiaro degli argomenti affrontati sulla piattaforma web. Se la mappa utente non è presente, va inserita. Segnalalo al tuo cliente o, nel caso il sito sia il tuo, provvedi a crearne una.
Gestione pagina 404 e pagina di ricerca interna
Come viene gestita la pagina di errore 404? Oppure, ogni qual volta che, facendo una ricerca nel sito, non trovi ciò che stai cercando, come viene gestita la pagina di ricerca interna al sito? Occorre ottimizzare queste pagine. Possono contenere inviti a proseguire la navigazione, senza dare l’impressione all’utente di aver sbagliato qualcosa (Error 404!). Come? Ma attraverso delle call to action studiate ad hoc! Sfruttale, per mantenere il lettore incollato al tuo sito.
Analisi dei link interni
L’oggetto di questa parte dell’analisi sono i collegamenti che costituiscono la rete di link interni, funzionale al collegamento degli argomenti e al rafforzamento della correlazione tra le pagine del sito. Quando ci è stato affidato l’incarico, fatto salvo che per i menù e le tassonomie, non c’erano molti link interni al sito. Così, abbiamo costruito delle strategie che correlassero gruppi di argomenti, attraverso anchor text che approfondissero gli articoli, rafforzando i contenuti a vicenda.
In fase di analisi, i dati riportati poi sulla SEO Audit sono inerenti a qualità e numero dei link esterni, e alla quantità di link interni, quasi tutti creati da me e Giovanni, a seguito dell’ottimizzazione del sito. Per i dati su Citation Flow, Topic Flow e Trust Flow ci siamo affidati ai dati estrapolati da tool automatici come Majestic.
Http o Https?
Il lucchetto verde è simbolo del protocollo sicuro https
Verifica, inoltre, che iI sito offra o meno la navigazione su protocollo sicuro https. Laddove non ci fosse, ed è questo il caso, consigliamo sempre di passare al protocollo sicuro. Specialmente da mobile, gli utenti possono essere scoraggiati a fare acquisti su un sito non sicuro, tanto più se questo particolare, viene evidenziato da Google. Oltretutto, puoi considerarlo ormai un fattore di ranking. Non astenerti, quindi, dal suggerire questa modifica.
#4 Una SEO Audit è anche analisi semantica dei contenuti
La parte della SEO Audit dedicata all’analisi dei contenuti è stata davvero illuminante. In questa fase ti occorrerà verificare fattori come la leggibilità e l’adeguatezza dei contenuti. Attraverso i tools di cui ti parlerò tra poco, puoi fare analisi precise e apportare i miglioramenti necessari. Un po’ come abbiamo fatto noi.
A prima vista, la homepage del sito non ha nessun problema, il contenuto appare “chiaro”, ben distribuito. Ti ricordo che il sito promuove un integratore che ti aiuta a perdere peso, agendo sulla glicemia dei cibi.
I contenuti testuali sono stati analizzati con strumenti online che calcolano la leggibilità di un testo in base all’indice di Gulplease (che tiene conto del rapporto tra lunghezza di parole, frasi e del numero delle lettere) e che estraggono, anche, termini potenzialmente difficili. Essendoci riferimenti ad aspetti medici è normale che i testi non possono essere semplici come in altri contesti. Tuttavia, abbiamo suggerito di adottare uno stile quanto più semplice e comprensibile possibile, nella stesura dei nuovi blog post. Inoltre, abbiamo rivisto alcuni contenuti della homepage, considerata di difficile lettura dal software.

Gli indici della complessità del testo vengono utilizzati anche dai motori di ricerca come fattore di ranking.
Il testo, in generale, risulta leggibile sia per dimensione, che per livello di contrasto, sia su desktop che su mobile. Il white space (spazio bianco tra un capoverso e l’altro) e i titoli H, aggiunti in fase di ottimizzazione, contribuiscono a migliorare la leggibilità.
Suggerimenti per migliorare la leggibilità di un testo
Abbiamo suggerito di adottare più immagini, illustrazioni o grafici da inserire all’interno del testo, per rendere immediatamente comprensibili concetti difficili, un maggior uso della titolazione, dei grassetti o altre convenzioni tipografiche che possano consentire la “scansione” visiva del testo, oltre che la lettura.
Una consulenza fatta bene si misura, anche e soprattutto, dal grado di consapevolezza che riesci a dare al cliente, e dall’attuazione di una serie di migliorie alla strategia, per conseguire prima i risultati sperati.
Un po’ come fa qualunque dietologo. Analizza lo stato di salute del paziente, e dà una dieta da seguire. Se poi non segui la dieta, è ovvio che faticherai a perdere peso. Allo stesso modo, noi, oltre a condurre l’ottimizzazione on page e on site, diamo indicazioni su tutte le criticità riscontrate. Ma poi occorre un cambio di strategia da parte del cliente, altrimenti è tutto inutile.
Suggerimenti per migliorare la coerenza semantica di un testo
Continuando a lavorare alla verifica dei contenuti, ci siamo accorti che il contenuto dell’homepage del sito era tutt’altro che chiaro ai motori di ricerca. E che il settore in cui l’azienda veniva posizionata, per quella pagina, era addirittura “business”. Per stabilirlo, ho scansionato il sito con Majestic, che oltre a rivelare dati su trust Flow e Citation Flow, rileva anche il Topical Trust Flow.
Inizialmente, non capivo perché. Poi, attraverso l’estrazione delle entità semantiche, con un altro software (ti svelerò di quale software sto parlando nell’apposita sezione), ho capito che la maggior parte del testo della homepage era contenuto nella parte bassa della pagina. Esattamente, qui:

Ormai, questi due contenuti sono stati spostati in due pagine nuove. Fino a qualche giorno fa, però, erano in homepage, falsando completamente l’argomento della pagina, perché piuttosto corposi. Come puoi vedere dalla figura sotto.

#5 Link building
In base all’attività editoriale sul blog, puoi suggerire la pubblicazione di nuovi contenuti utili. Questo può aiutare a costruire nuovi link in entranti da fonti esterne, così come il coinvolgimento di esperti del settore.
Si può, inoltre, effettuare un’analisi specifica per i siti che competono su parole chiave di interesse, vedere se ci sono casistiche, con un numero di backlink interessanti, e trovare (anche tramite altri metodi) dei siti correlati, con cui fare attività di PR, al fine di favorire la creazione di nuovi link verso il sito e aumentare la notorietà del brand.
#6 Segnali sociali: qual è il loro peso nell’analisi SEO?
I “social signals”, ovvero il numero di condivisioni, “like” o commenti che una pagina web riceve sui social, sono tenuti in considerazione da Google nel ranking. Ciò che occorre verificare è se i meta tag open graph sono stati impostati perfettamente, se la Twitter Card è ok, oltre al livello di popolarità di ogni pagina su Facebook.
Nel caso del sito di Carmelo, la homepage è abbastanza popolare, meno popolare il blog, ma è abbastanza chiaro il motivo: è stata creata solo da pochi giorni. E i segnali sociali sono impostati correttamente, anche se mi sento di suggerire l’adozione di un plugin di condivisione più evidente.
7# Valutazione della Performance.
Tools (strumenti) per una SEO Audit accurata
Molte delle analisi per comprendere la performance di un sito web, sono generate da software che aiutano ogni bravo consulente a districarsi. I SEO tool specifici sono essenziali, per valutare le principali caratteristiche e il funzionamento delle risorse coinvolte.
I tempi di attesa dell’utente, prima della visualizzazione dei contenuti di un sito, sono rilevanti sia su KPI relative all’engagement (tassi di rimbalzo e tempi di permanenza), sia in termini di conversione.
All’interno del report commissionato dal cliente, abbiamo riportato l’esito di alcuni test condotti. In particolare ho usato: