Con il termine tassonomia si indica la disciplina della classificazione.
Se ci pensi, ogni giorno ragioniamo in termini di tassonomia, categorizzando le nostre azioni, i nostri amici e persino i nostri sentimenti.
Quando un utente raggiunge il tuo sito o blog, deve poter navigare usando lo stesso comportamento che avrebbe nella sua vita quotidiana. Se entri al supermercato per comprare il caffè, sai già dove andare a cercarlo e non ti verrebbe in mente di andare al reparto ortofrutta, giusto? Le tassonomie ci aiutano a semplificarci la vita, come la divisione dei reparti al supermercato!
Il nostro obiettivo è dunque quello di migliorare l’esperienza di navigazione dei nostri utenti, attraverso una classificazione accurata che si ottiene grazie alle tassonomie orizzontali e verticali.
Tassonomie orizzontali e verticali: differenza tra categorie e tag
Qual è la differenza tra categorie e tag? Due termini che, spesso, vengono confusi e usati in maniera non adeguata.
Vediamo di capirci di più allora.
Categorie (tassonomie orizzontali)
Le categorie sono pensate per un ampio raggruppamento dei tuoi post e si collocano sullo stesso piano (da qui la parola tassonomia orizzontale).
Pensa alle categorie come argomenti generali o al sommario del tuo sito. Le categorie sono lì per aiutare a identificare ciò che il tuo blog è in realtà. La tassonomia orizzontale, aiuta i lettori a trovare il giusto tipo di contenuto sul tuo sito. Le categorie sono gerarchiche, quindi possono avere delle sottocategorie.
Tag (tassonomie verticali)
I tag, invece, hanno lo scopo di descrivere dettagli specifici dei tuoi post e organizzano i tuoi articoli sotto un’etichetta comune (da qui la parola tag), anche se fanno parte di categorie diverse. I tag, a differenza delle categorie, non sono gerarchici. Pensa a queste come parole indice del tuo sito.
Un esempio pratico
Se hai un blog personale, in cui scrivi della tua vita, le tue categorie potrebbero essere:
musica
cibo
viaggi
libri
moda
Ora, mettiamo il caso tu scriva un post sul tuo viaggio in Vietnam, dedicando un ampio spazio a un piatto tipico che hai particolarmente amato. Il post farà parte della categoria VIAGGI, ma aggiungendo il tag “cucina orientale“, ad esempio, puoi collegarlo anche alla categoria CIBO, sulla quale potrai creare una sotto categoria “Ricette dal mondo”.
Potremmo definire il tag come una parola chiave che raggruppa gli articoli del tuo sito che hanno lo stesso tema, ma che si trovano in categorie diverse.
Categorie e tag: gli errori da evitare
Quando utilizziamo le tassonomie orizzontali e verticali, dobbiamo evitare di fare degli errori che spesso possono penalizzare il nostro sito o blog.
Tag: meglio pochi ma buoni
Ma sono davvero necessari dieci, venti tag per un articolo? La risposta è ASSOLUTAMENTE NO! Ricorda che ogni nuovo tag crea una nuova pagina sul tuo sito. Sei sicuro di volerti trovare con un numero infinito di pagine senza senso? Usa sempre tag semplici e inerenti al post, due o tre al massimo.
Categorie e articoli
Mai assegnare lo stesso articolo a più di due categorie. Quest’operazione confonde l’utente che vedrà un post sotto diverse categorie e renderà il tuo sito poco usabile.
Tassonomie orizzontali e verticali: una combinazione vincente anche per Google
Se le categorie e i tag sono entrambi importanti per la SEO, la loro associazione sullo stesso articolo può essere ancora più proficua. Innanzitutto, è importante promuovere tag che possano portare traffico aggiuntivo e non solo segmenti di contenuti.
Di seguito, ti svelo come usare i tag per posizionare il tuo blog o sito su Google. A patto di utilizzare WordPress – il CMS più diffuso al mondo.
Dalla bacheca WordPress, vai all’elenco dei tag
Seleziona il tag che vuoi indicizzare. Puoi ottimizzare la singola pagina del tag, così come modifichi una qualsiasi pagina articoli. Sfrutta bene questo spazio, spiegando – ai lettori e a Google – la tipologia di articoli presenti
Dalle impostazioni di Yoast SEO, scegli di indicizzare la pagina contenente quel tag specifico (lo vedrai dal menù a tendina)
Il gioco è fatto, il tuo Tag è stato segnalato a Google
Tassonomie orizzontali e verticali: la tua esperienza
Imparare a conoscere le tassonomie orizzontali e verticali: permette ai tuoi utenti di navigare il tuo sito più facilmente, e può, inoltre, darti una mano per migliorare il tuo posizionamento su Google.
E tu, che esperienza hai con tag e categorie? Hai avuto difficoltà con le tassonomie orizzontali e verticali, durante la creazione del tuo sito? Ti aspetto nei commenti.
Trovare le giuste parole chiave e intercettare le ricerche (e i bisogni) degli utenti non è semplice. O meglio, non lo è se non si sfruttano gli strumenti adatti. In questo articolo, nato come esercitazione in seguito a SEO4Beginners – il nostro corso entry level di SEO e Blogging, Chiara Falsaperla ci illustra 5 tool, per una keyword reasearch con i fiocchi.
Stai scrivendo un nuovo articolo per il blog e hai trovato un tema originale. Lo scrivi ottimizzandolo in ottica SEO ma, chissà per quale ragione, il tuo post non riesce a decollare e rimane nell’ultimo cassetto della magica stanza di Google. Ti sei mai chiesto il perché?
Uno dei fattori fondamentali per scalare la SERP è la scelta strategica delle parole chiave o keyword (per essere più trendy).
Cosa sono le parole chiave?
Semplicemente, sono le parole che digitano gli utenti sui motori di ricerca per trovare un prodotto o un servizio, o anche solo una informazione che soddisfi una esigenza, il più delle volte specifica. Quindi, quando scrivi un articolo sul web devi tenere a mente un fatto essenziale: il contenuto deve rispecchiare gli interessi dei tuoi lettori, altrimenti perché mai gli utenti dovrebbero leggere i tuoi articoli?
Sarà bene, per tanto cono scene bene gli utenti a cui ti rivolgi. Occorre condurre un’analisi approfondita delle varie tipologie di clienti a cui la tua offerta commerciale si rivolge. Ciascuno avrà problematiche diverse e farà diverse query (letteralmente “domande”) al motore di ricerca, e con ciascuno dovrai adottare uno specifico tono di voce.
Il problema è che non sei certamente il solo nel tuo settore e dovrai essere furbo e originale per trovare espressioni ricercate e meno competitive.
Da qui la necessità di trovare strumenti efficaci per individuare rapidamente idee per le tue parole chiave.
Vediamo gli strumenti per scegliere le parole chiave per i tuoi articoli. Prendiamo come esempio il settore turistico e analizziamo una parola chiave: hotel in Sicilia.
Prima, però, una riflessione sulle long-tail
La parola chiave” hotel in Sicilia” è molto generica e sicuramente molto competitiva. Se dai un’occhiata alla SERP di Google vedrai che questa keyword ottiene circa 17.300.000 risultati, dove ai primi posti c’è il colosso Booking.com. Davvero complicato farsi notare, non credi?
Invece, se tu volessi farti trovare perché il tuo hotel ha una splendida piscina coperta riscaldata, potresti usare le cosiddette parole chiave a coda lunga o long-tail per essere più specifico.
Proviamo a scrivere quindi: hotel in sicilia con piscina coperta. I risultati diminuiscono in maniera evidente: circa 60.900. La“coda lunga” è un’ottima strategia che tende a preferire molte parole chiave con volume di ricerca basso.
Gli strumenti per scegliere le parole chiave: una panoramica dal web
1. Keyword Planner
Keyword Planner è uno strumento gratuito di Google Adwords e serve per trovare le keyword più utili alla produzione dei tuoi contenuti. Per usarlo occorre avere un account Google. Successivamente, collegati a AdWords. Dovrai inserire i dati di una carta di credito e avviare una campagna che puoi interrompere subito, senza bisogno di dover pagare.
Grazie a Keyword Planner potrai avviare uno studio di parole chiave per ottimizzare il tuo blog in ottica SEO, generare nuove idee per le tue keyword e ottenere statistiche sul volume di ricerca e il traffico previsto per le parole chiave.
Vediamo come funziona:
Come vedi, inserendo la parola chiave hotel sicilia, il sistema fornisce:
media delle ricerche mensili (da 1.000 a 10.000)
dati sulla concorrenza (media)
altri suggerimenti per le keyword correlate (villaggi sicilia, last minute sicilia, hotel sicilia)
Proviamo adesso a scrivere: hotel in sicilia con piscina coperta:
Come puoi vedere dall’immagine i dati sono cambiati:
media ricerche mensili: (da 10 a 100)
dati sulla concorrenza (media)
keyword correlate (agriturismo con piscina sicilia, hotel con piscina coperta in sicilia)
2. Answer the Public
Un tool davvero utile per trovare idee e ispirazioni per le tue parole chiave. Non lasciarti intimorire dal tipo strano sulla home page, lui aspetta solo te. Digita la tua frase di ricerca o parola e ti fornirà tantissime idee e frasi correlate.
Cliccando sui singoli risultati, si aprirà la SERP di Google con tutte le proposte. Questo strumento di ricerca di parole chiave mi piace moltissimo perché rispetto agli altri ha una grafica molto accattivante che permette di organizzare anche in maniera visiva un piano editoriale.
3. Seo Zoom
Grazie a questo strumento di analisi SEO potrai monitorare i tuoi progetti, analizzare i volumi di traffico e studiare la concorrenza.
I punti di forza di SEO ZOOM sono la possibilità di avere un grandissimo numero di parole chiave monitorate per il mercato italiano, e di ottenere una panoramica completa del tuo progetto editoriale. È possibile anche controllare la stagionalità di una determinata parola chiave. Nel nostro caso di studio, ad esempio, la keyword “hotel in sicilia” ha un notevole incremento nel periodo che va tra luglio e agosto, ovviamente.
4. Übersuggest
Hai bisogno di più idee per le tue parole chiave? Questo strumento per scegliere le giuste keyword elenca le parole chiave presenti su google organizzandole in ordine alfabetico. Così per la nostra parola chiave “hotel in sicilia” otteniamo 223 risultati e per ogni lettera dell’alfabeto il tool mi fornisce una parola chiave correlata, bello no?
A- hotel in sicilia all inclusive
B- hotel in sicilia bambini gratis
C- hotel il sicilia con idromassaggio in camera
Ti mostro un video che spiega, in pochi minuti, come usare questo strumento per individuare le parole chiave per i tuoi blog post (e non solo):
5. SEMRush
Probabilmente uno dei migliori strumenti (a pagamento) di marketing online che fornisce una serie di dati in maniera specifica e dettagliata, con un’accurata analisi sulla concorrenza. Recentemente, il software di analisi SEO è stato aggiornato in modo da includere un’ampia gamma di attività di marketing digitale.
Cercare una parola chiave nel database di SEMRush è molto semplice e intuitivo. Basta inserire la parola nella barra di ricerca per ottenere un rapporto delle parole chiave con tutte le informazioni correlate al termine di ricerca. Da qui, potrai fare un’analisi più approfondita delle parole e delle frasi corrispondenti (gruppi di parole, difficoltà delle parole chiave, costo per clic e tanto altro ancora).
Analizzando la nostra parola chiave “hotel in Sicilia” sarà interessante verificare l’indice di difficoltà (KD%), che mostra quanto sia difficile ottenere un posizionamento migliore dei tuoi competitor negli ultimi 100 risultati della ricerca organica di Google per una specifica parola chiave. In questo caso l’indice è del 74.93%; più alta è la percentuale maggiore è la difficoltà di ottenere un buon posizionamento.
I tuoi tool per la keyword research
Spero di averti fornito delle informazioni utili e averti dato spunti di approfondimento sulla scelta delle parole chiave per i tuoi articoli.
Conosci altri strumenti di ricerca? Vorrei conoscere il tuo punto di vista. E se l’articolo ti è piaciuto, sii generoso, e condividilo con altri blogger 🙂
Continua l’esercitazione sul campo dei corsisti di SEO4Beginners, il corso di MADD su SEO e Blogging. Durante lo scorso novembre, abbiamo avuto modo di leggere due articoli interessanti: il primo, in cui Anna Fuoti ci ha parlato dell’Inbound Marketing; il secondo, di Roberta Morina, dove abbiamo capito come bisogna URLare a Google. Oggi è il turno di Laura Leotta, che scrive questo articolo a quattro mani con Marialuisa. Una ragazza che non smette mai di mettersi in gioco. L’argomento del post? Le buyer personas.
Leggiamola un po’.
L’analisi delle buyer personas è uno strumento indispensabile per compredere le caratteristiche del pubblico a cui ti rivolgi. Conoscere i bisogni dei tuoi clienti potenziali, i loro interessi e desideri, è l’unico modo per migliorare la tua offerta. Del resto, se non hai idea di chi sia la persona che può incrociare la tua offerta, come fai a comunicare in modo efficace?
Nella comunicazione one to one, non essendoci alcuna mediazione, possiamo facilmente capire che effetto haun determinato tipo di messaggio, o il tono di voce che adottiamo.
Nella comunicazione mediata, sul tuo sito web, il destinatario è sempre una persona, che però non vedi. Per capire come reagisce il tuo pubblico, puoi immaginarne i comportamenti, attraverso la misurazione del tempo di permanenza su una determinata pagina, o la frequenza di rimbalzo. Ma si tratta di analisi che possono essere fatte solo a posteriori.
Se vuoi, invece, rendere la tua offerta commerciale davvero efficace, comprendere, a monte, interessi e desideri del tuo pubblico sarà determinante.
Se ad esempio, vendi corsi di formazione online sul digital marketing il tuo pubblico potrebbe essere costituito da :
aziende (responsabile marketing)
liberi professionisti (marketers che vogliono aumentare le proprie skill)
studenti desiderosi di formarsi (entry level)
Il tuo obiettivo è comunicare meglio con loro, creando dei messaggi personalizzati e, quindi, vendere di più. Studiare i potenziali clienti e orientare la loro decisione d’ acquisto è indispensabile per incrementare le vendite. I professionisti avranno bisogni e obiettivi diversi dai principianti: ecco perché un’offerta commerciale cucita addosso alle esigenze specifiche dei clienti sarà una scelta vicente.
L’identificazione delle buyer personas a chi serve?
Il lavoro che c’è dietro l’identificazione del cliente, o della tipologia di clienti, serve a:
aziende che vogliono capire in maniera approfondita i propri clienti
responsabili marketing affinché possano meglio direzionare le proprie attività di comunicazione del brand, dei prodotti e dei servizi
responsabili commerciali per far emergere le leve sulle quali essi possono agire in fase di contatto e trattativa con il potenziale cliente
web agency che vogliono avere un quadro chiaro ed esaustivo dell’audience cui si stanno rivolgendo, per realizzare un sito web e definire un piano editoriale social.
In generale possiamo dire che serve a chiunque abbia come obiettivo quello di comprendere meglio il proprio pubblico, e rendere più efficaci i propri messaggi.
Come definire le buyer personas?
Per costruire le buyer personas devi focalizzare l’attenzione sui tuoi utenti. Chi sono i clienti della tua azienda? Che età hanno? Quale potrebbe essere la loro storia personale? Hanno figli? Che storia lavorativa hanno? Cosa li spinge ad acquistare il prodotto? Quali sono le problematiche e le motivazioni che li fanno desistere a non acquistare?
Le risposte a queste domande, ottenute attraverso una survey al cliente, oltre che la consultazione di dati storici dei reali acquirenti, concorreranno a creare l’identikit del nostro cliente.
Dopo aver raccolto tutte le informazioni, puoi tracciare un profilo dettagliato, che tenga in considerazione i temi a cui è interessato, le parole chiavi che cerca online, i canali digitali che usa, oltre a i punti di contatto possibili, tra questo e l’azienda.
Naturalmente, più dettagliata è la descrizione, meglio si costruisce l’identikit del cliente ideale. Attraverso questo modus operanti i tuoi messaggi saranno rivolti ad un pubblico specifico. Dovrai creare infatti, messaggi specifici per ciascuna buyer personas. Solo così, il cliente si potrà identificarsi e avrà maggiore attenzione al messaggio. Tu, quindi, avrai maggiore probabilità di catturare la sua attenzione.
Quando condurre un’analisi delle buyer personas
Prima di qualunque progetto di comunicazione. La risposta è semplice. Prima di proferire parola devi sapere a chi stai parlando. Allo stesso modo, prima di pensare a promuovere i tuoi prodotti o servizi, condurre questa analisi è indispensabile per avere un quadro chiaro dei tuoi clienti tipo.
Questo ti renderà consapevole dei loro bisogni e dei problemi a cui dovrai rispondere per intercettare la loro attenzione.
La scorsa settimana abbiamo parlato in maniera approfondita di Inbound Marketing, insieme ad Anna Fuoti. Oggi, Roberta Morina, in seguito alla partecipazione a SEO4Beginners – il nostro ultimo corso SEO per blogger a Catania -, ci spiega cos’è un URL parlante e perché è importante ottimizzare l’indirizzo di una pagina web. Ringraziamo l’autrice e quanti hanno accolto con entusiasmo l’opportunità di scrivere sul nostro blog e sperimentare ciò che hanno imparato. Quale migliore occasione per crescere?
Avete presente il detto less is more?… Un po’ il troppo storpia de’ noi altri, insomma. Ecco, in queste poche parole si riassume il concetto base di URL parlante.
Ma, andiamo per ordine.
Cos’è un URL parlante e perché è importante
L’URL (Universal Resource Locator) è la sequenza di caratteri che viene digitata sulla barra di un browser di ricerca. L’indirizzo di una qualsiasi risorsa che viene così identificata in maniera univoca sul web.
Se l’URL non è espresso in maniera semplice e chiara può risultare difficile per l’utente, ma anche per Google, trovare una pagina o un sito tra la miriade di quelli esistenti.
Ecco, allora, che entra in gioco l’URL parlante.
Un URL si dice parlante quando descrive l’effettivo contenuto della pagina di riferimento.
dominio principale → category → pagina
Quando attraverso la lettura dell’URL si riesce a percepire il contenuto della pagina,
si facilita enormemente la ricerca dell’utente
si acquisisce maggiore ranking nella serp di Google
si ottimizza il traffico della pagina, con un complessivo aumento di visibilità e di numero dei click.
Come si crea un perfetto URL parlante
Lo scopo di Google è restituire all’utente il miglior risultato possibile dalla ricerca, per cui percepisce come ottimali gli URL che hanno una correlazione tra keyword e contenuti. Il concetto principale, quando si crea un URL parlante è quello di omettere tutto ciò che limita la chiarezza.
Prima di indicizzare la tua pagina fai attenzione che non si generi un URL pieno di codici e numeri che rendono il contenuto del tutto equivoco. Come questo:
www.centromedicodeborasciuto.it/xewel/2864
Bisogna modificarlo per tempo, e dare un’idea di ciò di cui si parlerà nella pagina.
Questo URL è decisamente più immediato, non ti sembra?
Passiamo, quindi, a definire COSA FARE per creare un URL parlante che piaccia a Google e, al contrario, come proprio NON DEVE ESSERE.
Come far parlare i tuoi indirizzi web
scegli parole descrittive
utilizza il “–“ come separazione tra le parole. Google non legge preposizioni, articoli o congiunzioni per cui meglio non metterle. Ricorda, less is more!
scegli nomi di categorie chiare e coerenti con il flusso di comunicazione
inserisci 1 max 2 keyword all’interno dell’URL. Per approfondire ti suggerisco di consultare questa infografica di John Lincoln e Brian Dean.
Un brutto url è…
pocoleggibile e poco memorizzabile
asettico riguardo le informazioni restituite ai motori di ricerca
pieno di parametri “?” “&” che deviano dal contenuto
scollegato al contenuto della pagina rendendolo incomprensibile
Sebbene la gestione dell’URL non è tra i fondamentali strumenti che aiutano a raggiungere le prime posizioni sulla serp di Google, è comunque importante curarlo e non sottovalutarlo.
Url in pratica
Avere un URL parlante è come tenere il biglietto da visita sempre in ordine, con le giuste informazioni, chiare e brevi. Chi non ci conosce, come potrebbe trovarci senza avere un indirizzo di riferimento?
E tu sai quanto è chiaro l’URL delle tue pagine? Hai mai utilizzato queste semplici mosse? Scrivimi nei commenti.
Google AdWords: costruire campagne efficaci su Google significa risparmiare denaro. AdWords è la maniera migliore per promuovere la tua azienda sfruttando le ricerche degli utenti. Grazie al network pubblicitario di Google, infatti, pagherai solo ciò che viene effettivamente visto dai prospect che desideri intercettare.
La caratteristica che ha decretato il successo di Adwords è il meccanismo premiale con cui si determina la posizione degli annunci e il costo pagato per ciascun clic.
Il costo per click, infatti, viene calcolato attraverso un sistema ad asta. Questo non considera solo il prezzo massimo che l’inserzionista è disposto a pagare per un annuncio, ma anche un Punteggio di Qualità attribuito dalla piattaforma a ciascun annuncio.
Il punteggio di qualitàAdWords è un ottimo indicatore della qualità complessiva di un account AdWords: se è basso, è possibile migliorarlo e raggiungere una migliore performance nel lungo periodo.
AdWords è uno strumento molto complesso, non è difficile ottenere risultati poco rilevanti se non si tengono ben presente gli obiettivi nella costruzione della campagna:
ottenere più contatti possibili
al costo minore possibile
individuare il nostro target di utenti
individuare utenti con una buona propensione all’acquisto.
Tenere presente gli obiettivi della campagna è essenziale per arrivare ad una struttura di account che permetta il raggiungimento di risultati apprezzabili!
Punteggio di Qualità e catena del valore in Adwords
Il punteggio di qualità è un sistema che fa in modo che gli annunci migliori tra quelli disponibili siano di fatto quelli più visibili, dando agli inserzionisti che fanno campagne più mirate un buon posizionamento.
Ma cosa significa fare campagne più mirate?
Significa:
strutturare campagne e gruppi di annunci che siano sempre pertinenti con le ricerche degli utenti
creare un buon grado di pertinenza tra testi e annunci, in modo da essere “premiati” da google con buone posizioni e un costo della campagna inferiore rispetto a quello pagato dai concorrenti
creare landing page strutturate ad hoc per ciascuna campagna in cui le informazioni che diamo nell’annuncio siano pertinenti con ciò che l’utente trova sulla sua pagina di atterraggio
Per mantenere forte la catena del valore e sfruttare a pieno le potenzialità di targeting di Adwords è quindi necessaria almeno una campagna per
ogni area geografica e/o linguistica di riferimento del nostro target
rete di ricerca e rete display
All’interno di queste campagne occorre poi distinguere almeno un gruppo di annunci per:
categorie di prodotti o servizi
ricerche che includono il nostro nome brand
ricerche coi nomi dei marchi dei principali competitors
ogni tipologia di cliente: la tua offerta commerciale si rivolge ad un mercato business o consumer? lo stesso prodotto difficilmente potrà essere promosso allo stesso modo se il cliente a cui ci rivolgiamo ha caratteristiche ed esigenze diverse.
per canali display diversi
Ottenere buoni risultati significa usare gruppi di parole chiave omogenee, annunci mirati e pagine di atterraggio pertinenti, quindi, una struttura di account ideale dovrà basarsi su almeno una campagna per area geografica (che può essere anche una sola, come nel caso di una attività commerciale locale o attiva in un singolo paese, a livello nazionale).
All’interno di queste campagne andrebbero creati una serie di gruppi di annunci separati per tipologia di offerta commerciale e per tipologia di clienti.
Prima di parlare di quelli che sono gli elementi base di ogni catena del valore e di come combinarli tra loro affinché siano efficaci vorrei introdurre il concetto di rete di ricerca e rete display.
Rete di ricerca, rete Display, Rete di Ricerca con selezione Display: ecco cosa cambia
Google AdWords offre la possibilità di scegliere dove saranno visibili i tuoi annunci. Proprio all’inizio della configurazione delle campagna ti viene chiesto di selezionare un tipo e un sottotipo di campagna.
Il sottotipo di campagna determina quali impostazioni e opzioni sono disponibili, permettendo di concentrarsi sulle funzioni più pertinenti, mentre il tipo indica proprio su quali reti pubblicitarie far girare le campagne: Rete di ricerca di Google o Rete Display di Google, oppure una combinazione di entrambe le reti: “Rete di ricerca con selezione Display”.
Qualche informazione sulla Rete di ricerca
Gli annunci possono essere pubblicati accanto ai risultati di ricerca in tutta la Rete di Ricerca di Google, che comprende:
Pagine di Ricerca Google
Shopping
Google Maps
Gruppi
I siti della rete di ricerca non Google (come AOL) che pubblicano gli annunci della rete di ricerca in partnership con Google, denominati partner di ricerca. Questa opzione è selezionata per impostazione predefinita, ma puoi deselezionarla nelle impostazioni della campagna.
Gli annunci vengono abbinati alle pagine dei risultati di ricerca in base ai termini o alle frasi di ricerca utilizzate dagli utenti.
Esempio: se un utente cerca su Google “riparazioni idrauliche”, potrebbe visualizzare un annuncio che utilizza questa frase come parola chiave.
FORMATI DI ANNUNCI DISPONIBILI: Annunci di testo
Qualche informazione sulla Rete Display
Gli annunci possono essere pubblicati su tutta la Rete Display di Google, costituita da oltre un milione di posizionamenti diversi, tra cui:
Siti web che pubblicano annunci Google pertinenti
Video
App
Gmail
YouTube
Blogger
Google Finanza
Google Maps
I tuoi annunci sono abbinati ai siti web e ad altri posizionamenti, come le app mobili, quando le tue parole chiave sono correlate ai contenuti di un sito o agli interessi di un utente che naviga in un sito.
Inoltre, puoi scegliere di indirizzare gli annunci a siti specifici, pagine su argomenti specifici, gruppi demografici e altre destinazioni.
FORMATI DI ANNUNCI DISPONIBILI: Annunci di testo, illustrati, rich media e video
Qualche informazione sulla Rete di Ricerca con Selezione Display
Rete di Ricerca con Selezione Display
Gli annunci possono essere pubblicati con:
Risultati di ricerca sulla rete di ricerca
Siti web che pubblicano annunci Google pertinenti
Video
App
Gmail
YouTube
Blogger
Google Finanza
Google Maps.
Posizionamenti pertinenti della Rete Display
Se selezioni questa opzione, il tuo budget sarà condiviso tra entrambe le reti. Tuttavia, rispetto alle campagne Solo Rete Display, i tuoi annunci verranno pubblicati in modo più selettivo sulla Rete Display. Verranno mostrati ai clienti che consultano siti correlati alle tue parole chiave e che hanno maggiori probabilità di effettuare un acquisto.
FORMATI DI ANNUNCI DISPONIBILI: Annunci di testo, illustrati, rich media e video.
In ogni caso, sia che tu scelga di pianificare una campagna sulla rete Search o sulla rete Display, uno dei passi fondamentali è rappresentato dalla definizione delle keyword. Selezionando le parole chiave con metodo e consapevolezza, ad esempio, verificando sempre il volume di traffico e il livello di concorrenza, su Keyword Planner.
Fai capire a Google qual è la tua offerta e il tuo pubblico ideale, crea annunci basati su parole chiave long tail, ovvero specifiche, predisponi pagine di atterraggio semanticamente pertinenti all’annuncio, e ti accorgerai che spendere meno e ottenere di più è possibile. Anche Adwords.
Collaboriamo con diversi professionisti della comunicazione, vicini e lontani. Il nostro luogo d’incontro è la rete, il luogo in cui lavoriamo.
Per sceglierci devi avere un amore spropositato per la qualità e per il raggiungimento dei risultati.
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