da Anna Fuoti | 05 Gennaio 2018 | Copywriting
Web writing. Suona bene, no? Ma sappiamo davvero di cosa stiamo parlando? Che tu abbia un sito aziendale, un tuo blog personale, o che voglia diventare l’eccellenza della scrittura sul web perché è il tuo sogno nel cassetto, non importa: devi leggere questo articolo.
La scrittura è un’arte, è maestria sulle dita, è amore e fantasia. È dedizione e cura. È impegno. Ma è anche linee guida da seguire.
Web writing è studiare, progettare e pubblicare contenuti per il web, adatti al tema del sito per il quale si scrive, che devono essere indicizzati dalle serp dei vari motori di ricerca.
Scrivere un testo per il web non è come scrivere per i media tradizionali: in Internet esistono regole ben precise, senza le quali è impossibile valorizzare i contenuti di un sito e riuscire a promuoverlo adeguatamente.
Le 7 qualità di chi vuole diventare web writer

Ti svegli al mattino e sai che quello che vuoi fare nella vita è scrivere per il web, ma temi di non essere la persona giusta. Ti svelo un segreto, ma non dirlo in giro: siamo tutti la persona giusta, con un po’ di impegno e dedizione.
Se questo non ti basta, ho stilato per te una lista di qualità che il perfetto web writer deve avere.
- La passione per la scrittura aiuta, è scontato. Ma è quella passione che dev’essere necessariamente accompagnata da una conoscenza della lingua italiana perfetta. Gli errori di sintassi lasciamoli alle chat. E a qualcun altro
- Auto formazione sarà il tuo nuovo mantra: sul web le cose cambiano velocemente, e devi saper restare al passo con le novità
- Curiosità: le persone curiose sono dotate di quella versatilità necessaria per affrontare temi differenti, poiché – ti avverto – ti ritroverai molto spesso a scrivere di cose molto diverse tra loro
- Umiltà: un buon web writer è uno studente che non smette mai di imparare. Sentirti arrivato non ti farà avere la spinta a fare meglio e a continuare la tua formazione
- Puntualità nella consegna dei lavori, anche quando si lavora in condizioni di stress. Mi raccomando!
- Conoscenze tecniche: non ti puoi avvalere solo delle tue capacità di scrittura, ma devi anche avere un minimo di padronanza della SEO e di WordPress
- Chiarezza nella scrittura: evita ogni gergo tecnico, se non sei certo che il tuo pubblico lo padroneggi. Evita anche il linguaggio troppo auto promozionale e sviluppa la capacità di sintesi
Web Writing: DOs e DON’Ts

Adesso che abbiamo delineato un po’ le caratteristiche attitudinali che un buon web writer deve avere, passiamo a qualche consiglio tecnico.
Su su, anche i tecnicismi possono essere coinvolgenti. Non ci credi? Leggi un po‘ e lasciati sorprendere!
Conosci il tuo pubblico
Puoi scrivere in modo efficace, sul web o sulla carta, solo se sai ciò che vuole il tuo pubblico. In questo modo potrai trovare i contenuti, le parole e lo stile adeguati per comunicare al meglio ciò che ti interessa a chi ti interessa.
Per approfondire → Buyer Persona: chi sono gli utenti a cui ti rivolgi?
Seleziona le fonti
Puoi scrivere davvero su un argomento solo se ne padroneggi – almeno – le basi. Ecco perché, la scrittura per il web prevede (quasi sempre) un’attenta e meticolosa ricerca delle informazioni.
Formatta il testo
Suddividi il tuo contenuto in piccoli “tocchi”, lunghi al massimo cinque-sei righe ciascuno. Questo per evitare il terribile effetto “muro di testo”, che non invoglia la lettura anche agli utenti web più motivati.
Suddividi il testo in paragrafi
E assegna a ogni paragrafo un sottotitolo (tag H2) per rendere l’esperienza di lettura più piacevole e scorrevole
Sfrutta gli elenchi puntati e numerati
Sono molto leggibili e attirano l’attenzione del visitatore, favorendo la lettura.
Usa il metodo della piramide rovesciata
Inizia il tuo articolo partendo dalle conclusioni. Vai subito al dunque, dicendo immediatamente la cosa più importante nella prima parte di testo e poi, via via, scendi nei dettagli.
Anche l’occhio vuole la sua parte
Per una migliore leggibilità a monitor dei tuoi contenuti web, adopera font come Arial, Verdana, Helvetica, che non affaticano il lettore.
Usa il grassetto
Usa il grassetto per dare enfasi, per far risaltare parole o espressioni: grassetta non più di quattro-cinque parole. Ma attenzione a non esagerare: non vogliamo far diventare tutto importante allo stesso modo, altrimenti… niente è davvero più importante.
Inserisci link nel testo per approfondire
I link possono essere interni al tuo sito o blog oppure esterni.
Abbina ai tuoi testi delle immagini
I contenuti più efficaci sono in genere quelli “multimediali”. Le immagini, se scelte con cura, rafforzano il messaggio veicolato dalle tue parole.
Usa parole semplici e familiari
La semplicità vince sempre, anche nella scrittura online. E adopera esempi concreti, per aiutare i lettori a comprendere meglio la teoria.
Non scrivere su sfondi colorati (o su sfondi che sono fotografie)
Il colore dello sfondo deve essere uniforme e deve contrastare bene con il colore del testo. Quindi, il consiglio è scrivere nero su bianco. E quando devi presentare dati numerici, inseriscili in tabelle: così facendo, aumenti la leggibilità dei dati e dai un’impostazione più professionale al tuo contenuto.
Usa i verbi alla forma attiva

La forma attiva è più scorrevole e più immediata. Insomma, nel web, il gelato non è mangiato dal bambino. Ma è il bambino a mangiarlo.
Progetta la grafica del tuo sito
No, non hai sbagliato articolo. Sei un web writer, è vero, ma devi anche pensare a donare al tuo sito un look funzionale. O vuoi distrarre il lettore dal tuo contenuto?
Non formattare il testo con il giustificato
Quello che va bene sulla carta non è detto vada bene per il web. Ecco perché devi usare l’allineamento a bandiera.
Fa’ sempre una revisione finale
Una volta concluso il lavoro di stesura, devi assicurarti che il tuo contenuto sia perfetto. Cerca, quindi, di fare sempre una revisione del testo, per eliminare refusi ed eventuali errori di ortografia, grammatica e sintassi. Ma anche per valutare la coerenza dei concetti e i loro collegamenti logici. E ancora, per verificare che l’ottimizzazione SEO on page è stata fatta in maniera accurata.
Non abusare del maiuscolo
Il maiuscolo, nel web, regala l’impressione che l’autore stia semplicemente gridando. È una regola ben consolidata della netiquette.
Usa i sottotitoli per dividere il contenuto
Servirsi dei sottotitoli, per stratificare il contenuto di una pagina web consente di migliorarne la leggibilità. Ma è bene tenere in mente alcuni consigli:
- promettere senza mantenere: un sottotitolo che contiene una determinata “promessa” deve avere un corrispettivo nel contenuto che preannuncia
- usare sottotitoli troppo vaghi e poco descrittivi: è sempre meglio aggiungere delle informazioni che consentano al lettore di avere una visione chiara e complessiva del contenuto della pagina che si ritrova davanti e di fare anche delle inferenze su ciò che andrà a leggere, basandosi proprio sulle informazioni veicolate dal sottotitolo. Inoltre, sottotitoli troppo vaghi sono spesso caratterizzati dall’assenza di keyword, fondamentali per il posizionamento SEO e per la categorizzazione operata dai motori di ricerca.
Scrivi un incipit epico
L’introduzione deve essere accattivante, breve e coinvolgente: deve convincere il lettore che quella che sta leggendo è la pagina che fa al caso suo.
Concludi con una call to action
Per poter coinvolgere il lettore è utile concludere con una call to action: invitare a iscriversi alla newsletter, a lasciare un commento, a scaricare un file, a rispondere a una domanda, a compilare un form contatti.
Web writing: la tua opinione
Bene, io ho appena concluso. E tu? Sposerai questa fiamma o rimarrà solo una passione? Raccontami la tua opinione nella sezione commenti.
da Laura Leotta | 19 Dicembre 2017 | Brand Identity, Content Marketing, Copywriting, Inbound Marketing, SEO
Continua l’esercitazione sul campo dei corsisti di SEO4Beginners, il corso di MADD su SEO e Blogging. Durante lo scorso novembre, abbiamo avuto modo di leggere due articoli interessanti: il primo, in cui Anna Fuoti ci ha parlato dell’Inbound Marketing; il secondo, di Roberta Morina, dove abbiamo capito come bisogna URLare a Google. Oggi è il turno di Laura Leotta, che scrive questo articolo a quattro mani con Marialuisa. Una ragazza che non smette mai di mettersi in gioco. L’argomento del post? Le buyer personas.
Leggiamola un po’.
L’analisi delle buyer personas è uno strumento indispensabile per compredere le caratteristiche del pubblico a cui ti rivolgi. Conoscere i bisogni dei tuoi clienti potenziali, i loro interessi e desideri, è l’unico modo per migliorare la tua offerta. Del resto, se non hai idea di chi sia la persona che può incrociare la tua offerta, come fai a comunicare in modo efficace?
Nella comunicazione one to one, non essendoci alcuna mediazione, possiamo facilmente capire che effetto ha un determinato tipo di messaggio, o il tono di voce che adottiamo.
Nella comunicazione mediata, sul tuo sito web, il destinatario è sempre una persona, che però non vedi. Per capire come reagisce il tuo pubblico, puoi immaginarne i comportamenti, attraverso la misurazione del tempo di permanenza su una determinata pagina, o la frequenza di rimbalzo. Ma si tratta di analisi che possono essere fatte solo a posteriori.
Se vuoi, invece, rendere la tua offerta commerciale davvero efficace, comprendere, a monte, interessi e desideri del tuo pubblico sarà determinante.
Se ad esempio, vendi corsi di formazione online sul digital marketing il tuo pubblico potrebbe essere costituito da :
- aziende (responsabile marketing)
- liberi professionisti (marketers che vogliono aumentare le proprie skill)
- studenti desiderosi di formarsi (entry level)
Il tuo obiettivo è comunicare meglio con loro, creando dei messaggi personalizzati e, quindi, vendere di più. Studiare i potenziali clienti e orientare la loro decisione d’ acquisto è indispensabile per incrementare le vendite. I professionisti avranno bisogni e obiettivi diversi dai principianti: ecco perché un’offerta commerciale cucita addosso alle esigenze specifiche dei clienti sarà una scelta vicente.
L’identificazione delle buyer personas a chi serve?
Il lavoro che c’è dietro l’identificazione del cliente, o della tipologia di clienti, serve a:
- aziende che vogliono capire in maniera approfondita i propri clienti
- responsabili marketing affinché possano meglio direzionare le proprie attività di comunicazione del brand, dei prodotti e dei servizi
- responsabili commerciali per far emergere le leve sulle quali essi possono agire in fase di contatto e trattativa con il potenziale cliente
- web agency che vogliono avere un quadro chiaro ed esaustivo dell’audience cui si stanno rivolgendo, per realizzare un sito web e definire un piano editoriale social.
In generale possiamo dire che serve a chiunque abbia come obiettivo quello di comprendere meglio il proprio pubblico, e rendere più efficaci i propri messaggi.
Come definire le buyer personas?
Per costruire le buyer personas devi focalizzare l’attenzione sui tuoi utenti. Chi sono i clienti della tua azienda? Che età hanno? Quale potrebbe essere la loro storia personale? Hanno figli? Che storia lavorativa hanno? Cosa li spinge ad acquistare il prodotto? Quali sono le problematiche e le motivazioni che li fanno desistere a non acquistare?
Le risposte a queste domande, ottenute attraverso una survey al cliente, oltre che la consultazione di dati storici dei reali acquirenti, concorreranno a creare l’identikit del nostro cliente.
Dopo aver raccolto tutte le informazioni, puoi tracciare un profilo dettagliato, che tenga in considerazione i temi a cui è interessato, le parole chiavi che cerca online, i canali digitali che usa, oltre a i punti di contatto possibili, tra questo e l’azienda.
Naturalmente, più dettagliata è la descrizione, meglio si costruisce l’identikit del cliente ideale. Attraverso questo modus operanti i tuoi messaggi saranno rivolti ad un pubblico specifico. Dovrai creare infatti, messaggi specifici per ciascuna buyer personas. Solo così, il cliente si potrà identificarsi e avrà maggiore attenzione al messaggio. Tu, quindi, avrai maggiore probabilità di catturare la sua attenzione.
Quando condurre un’analisi delle buyer personas
Prima di qualunque progetto di comunicazione. La risposta è semplice. Prima di proferire parola devi sapere a chi stai parlando. Allo stesso modo, prima di pensare a promuovere i tuoi prodotti o servizi, condurre questa analisi è indispensabile per avere un quadro chiaro dei tuoi clienti tipo.
Questo ti renderà consapevole dei loro bisogni e dei problemi a cui dovrai rispondere per intercettare la loro attenzione.
da Giovanni Amato | 15 Dicembre 2016 | Content Marketing, Copywriting
Il tuo ultimo articolo per il tuo blog è pronto. Hai appena cliccato su “Pubblica” e ti appresti a condividere il frutto del tuo estro sui tuoi canali social. Il post è perfetto: un headline d’impatto, un contenuto utile e di qualità e un’ottimizzazione SEO impeccabile. Eppure, il tuo sesto senso percepisce puzza di bruciato. Che potrà mai essere? Io un’idea l’avrei. Hai controllato che il tuo articolo sia a prova di refuso? Hai effettuato una revisione del testo?

Ecco, questo articolo parlerà di refusi e di come combattere questa piaga che avvilisce ogni blogger/copywriter. Sì, anche io che sto scrivendo questo post non ne sono immune. Fammi un favore: se noti errori di alcun tipo, scrivi pure nei commenti. Ti offrirò un caffè per ogni refuso da te sgamato!
Detto questo, vediamo come individuare refusi ed errori da penna blu, presenti (eventualmente) nel tuo ultimo articolo. Nove step che, se avrai l’accortezza di seguire, ti eviteranno “figuracce” o, peggio ancora, una lamentela dal tuo cliente. Se gestisci un blog aziendale, sai benissimo che gli errori non sono concepibili, e ogni articolo da te consegnato, DEVE essere perfetto.
#1 Scrivi in brutta copia

Ricordi il compito in classe d’italiano? Io, per limitare errori dovuti alla distrazione, scrivo sempre in “brutta copia”, su un foglio di carta. Proprio come a scuola. Modifico periodi, ne taglio altri e inserisco note per eventuali link interni ed esterni. Questo procedimento serve a individuare eventuali refusi e a porne rimedio. Una mappa mentale cartacea che profuma d’inchiostro.
#2 Copia su WordPress

Una volta scritto l’articolo in “brutta copia”, bisogna inserirlo all’interno del nostro blog (o in quello aziendale di un nostro cliente), utilizzando un CMS. Io, come la maggior parte dei blogger, utilizzo WordPress.
Ricopiare il testo in “bella copia” è la seconda parte della mia revisione a strati. A questo punto avrai sicuramente trovato diversi errori. Qualcosa, però, potrebbe essere rimasta. Una piccola macchia che si nota appena, ma che un occhio attento non può farsi scappare.
Ecco per trovare questa macchia dovrai rileggere il tuo articolo con occhi diversi. Che significa? Prova a leggerlo come se non fossi tu l’autore. Soffermati, inoltre, a leggere le singole parole piuttosto che i periodi. D’altronde, quelle 1500 parole che hai scritto dovrai pur rileggerle, ne convieni?
#3 Usa un correttore automatico

La revisione è quasi ultimata. Al tuo articolo serve giusto un ultimo controllo ortografico e una rilettura, a voce alta, su carta stampata.
Per il controllo ortografico, ti suggerisco il sempre verde Microsoft Word. Ti basterà copia-incollare il tuo testo e attivare la funzione relativa al controllo ortografico. Saranno evidenziati, in rosso, gli errori ortografici e, in verde, parole e periodi che necessitano di punteggiatura o di un controllo sintattico.
Attenzione, però, il correttore non è sempre la soluzione più efficace, in quanto non riesce a contestualizzare le parole contenute all’interno di una frase.
Esaminiamo la frase precedente, ipotizzando tre possibili scenari:
- il correttore non è sempre la soluzione più efficace, in quanto non riesce a contestualizzare le parole contenute all’interno di una frase
- il correttore non è sempre la soluzione più efficace, in quanto non riesce a contestualizare le parole contenute all’interno di una frase
- il correttore non è sempre la soluzione più efficace , in quanto non riesce a contestualizzare le parole conteunte all’interno di una fase
Nel primo scenario, tutto corretto, nessun refuso in vista. Nel secondo caso, invece, un controllo ortografico automatico ti segnalerebbe la z mancante in contestualizzare, così come l’errore (tragicomico) della terza frase: conteunte.
Ora, osserva nuovamente i tre esempi precedenti, e dimmi se noti qualcosa di errato. Io, intanto preparo un caffè.
Passano gli anni, i mesi, e se li conti anche i minuti
Pausa caffè terminata. Trovato il refuso? Esatto, si tratta della parola “fase“.
Il correttore automatico, in questo caso, non segnalerebbe la svista, in quanto fase è una parola del nostro vocabolario.
Detto questo, passiamo al prossimo step.
PS → Esamina ogni riscontro fornito da Word e correggi eventuali errori.
#4 Stampa l’articolo

Adesso non ti resta che stampare il tuo documento (o visualizzarlo in modalità lettura) e rileggerlo per l’ultima volta. Questo passaggio è molto importante perché la lettura attraverso la carta ci risulta più semplice, chiara e veloce. Per i documenti brevi, puoi anche farne a meno, ma quando si tratta di revisionare pagine e pagine di file testuale, la stampa è l’unica via. Potrai segnare a penna tutti i refusi, e correggerli in un secondo momento.
Seguendo questi 4 punti, il tuo articolo non dovrebbe presentare alcun errore di distrazione. Perché dico dovrebbe? Semplicemente, perché ognuno di noi ragiona, scrive e sbaglia in maniera differente. L’unica cosa che ci accomuna è la capacità di autocompletamento linguistico. No, non è una supercazzola. È una funziona cognitiva del nostro cervello che ci permette di leggere testi completamente errati, per il semplice motivo che percepiamo le parole in un insieme, riuscendole a contestualizzare e autocompletare.
Ti sarà capitato n-volte di vedere sullo stream di Facebook testi del genere:

Sì, lo puoi risolvere con un correttore automatico, è vero. Ma abbiamo visto come non sia affidabile al 100%. Puoi anche stampare il documento, ma potresti comunque leggere una parola per un’altra. In questo caso, vale indubbiamente il secondo consiglio che ti ho dato, all’inizio di questo articolo, ossia di leggere le singole parole, piuttosto che i periodi.
Ma per lavorare ancora meglio, ho un altro piccolo consiglio da darti.
#5 Leggi al contrario
Per evitare che l’autocompletamento linguistico si verifichi, oltre leggere le singole parole, sarebbe oppurtuno leggerle al contrario. Parti dall’ultima parola del testo e procedi la lettura da destra verso sinistra.
Esempio: sinistra verso destra da lettura la procedi e testo del parola ultima dall’ parti.
Sì, mi rendo conto che possa essere fastidioso, ma, credimi, lo è di più pubblicare un articolo con anche un paio di refusi.
Questo è quello che posso suggerirti per evitare errori di distrazione. Per gli orrori linguistici, ahimè, non esiste una guida. Posso darti solo un consiglio: quando hai un dubbio – la lingua italiana è complessa – non sopprimerlo. Piuttosto, sfrutta ciò che ha permesso all’uomo di evolvere: la curiosità.
#6 La curiosità non è donna, è umana

Controlla su Google o consulta il tuo storico “Devoto-Oli“. Se non dovesse bastare, chiedi. Non ti nascondo che, a volte, ho qualche problema legato alla punteggiatura. Spesso, mi basta una rilettura attenta, altre volte, invece – per essere ancora più scrupoloso – cerchio ogni singolo segno di punteggiatura. Questo mi obbliga a tornarci in un secondo momento e a domandarmi se sia o meno al posto giusto, o se può essere bellamente eliminato.
Chiaramente, questo accade solo se stampo l’articolo. Viceversa, mi limito a ringraziare Bill Gates e Microsoft Word. Le ultime versioni sono davvero una bomba. Ti consiglio di provarle.
Questi cinque passaggi sono alcuni accorgimenti che utilizzo per evitare errori in pubblicazione. Il lavoro, però, non è finito.
#7 Devi lavorare “di fino”

Per pubblicare un articolo che riesca a soddisfare il cliente (e te stesso), oltre ad essere a prova di refuso, deve essere di qualità. Per questo, al momento della rilettura, soffermati a controllare e organizzare il contenuto: hai scritto tutto o hai perso, tra una virgola e l’altra, un concetto importante? Il passaggio da un periodo all’altro è logico e fluido? Le conclusioni ti convincono?
Per tenere tutto sotto controllo, ti consiglio di creare una scaletta – scritta, non mentale – dove organizzare il lavoro.
E per carità, verifica sempre le fonti.
Le fonti devono essere verificate, citate (o rimodulate) e, qualora potesse servire ad arricchire l’esperienza del lettore, riportate attraverso le pagine web di riferimento.
Quando al “rimodulate”, spesso, tra colleghi nascono diatribe legate all’originalità di un testo. Per quanto mi riguarda, quando si tratta di scrivere un post di grammatica spagnola, la creatività consiste unicamente nell’affrontare l’argomento in maniera differente, magari affiancando lo studio di un verbo a una canzone particolare. Insomma, le regole sono quelle, quindi c’è poco da essere originali, ma si può (e si deve) raccontare tutto, attraverso una chiave di lettura differente.
Essere originali non significa necessariamente produrre qualcosa dal nulla, ma essere in grado di rielaborare e trovare una chiave di lettura differente.
#8 Controlla la grammatica e migliora lo stile

Una consecutio temporum sballata, una proposizione errata, o un accento invertito possono essere notati fin dalla prima lettura. A volte, invece, non ne bastano cento. Io, quando ho un dubbio, controllo la cara e vecchia grammatica.
Una volta che avrai epurato il tuo testo da ogni forma di errore e svista grammaticale, puoi concentrarti sullo stile. Taglia tutto ciò che è ridondante: le parole inutili, gli avverbi – pesanti come macigni – e cerca di semplificare il tuo testo. In generale, se puoi esprimere un concetto con quattro parole invece che cinque, fallo. È meglio.
#9 Formattazione e proofreading

La divisione dei capoversi, la scelta dei grassetti (non grassettare SOLO le keywords, te ne prego) e dei corsivi, e il filo logico dei tuoi H2, gioca un ruolo importante. Guidano il lettore, attraverso le tue parole, al messaggio che vuoi comunicare. Cerca di dedicare una parte della tua revisione a strati anche alla formattazione del testo.
Il proofreading, invece, è la caccia al refuso una volta che reputerai il tuo articolo pronto alla pubblicazione. Io ho la fortuna di avere un lettore speciale che, in anteprima, legge i miei articoli quando sono ritenuti pronti dal sottoscritto. Per correggere i tuoi testi, coinvolgi un amico, la tua morosa, tua zia, il tuo cane, ma non farlo da solo. Come scrive Luisa Carrada, nel suo libro Lavoro, dunque scrivo!, citando Carol Fisher e il suo The subversive copy editor:
Chi ha scritto il testo è il peggior correttore di se stesso.
Quindi, cerca di trovare un “revisore di fiducia”.
Adesso, sei pronto a pubblicare!
La revisione a strati è conclusa: inserisci le immagini, opportunamente ottimizzate, controlla l’url, tag title e description. Ecco, ora puoi cliccare su “Pubblica”.
Refusi: il tuo vademecum
Bene, questo era il mio vademecum per individuare errori legati alla distrazione e correggerli. La tua revisione a strati quali step prevede? Condividi le tue tecniche nei commenti.
da Giovanni Amato | 18 Luglio 2016 | Copywriting
Aumentare la produttività. È questo l’argomento che ti propongo oggi. Per farlo, ti darò alcuni consigli utili che mi hanno permesso di stravolgere la mia produzione testuale.
Al momento, complice anche l’imminente periodo vacanziero, scrivo tanto, e considerando che sono una persona abbastanza metodica, ma che si distrae facilmente, mi sono messo a spulciare il web in cerca di un’illuminazione. Ecco, l’ho trovata. E siccome la rete è soprattutto condivisione, ho deciso – in primis – di testarli sulla mia pellaccia, e di proporli alla tua attenzione.
Detto questo, hai mai provato a chiedere a un gruppo di scrittori professionisti – blogger, giornalisti, copywriter – quante parole riescano a scrivere in un’ora? No, non è un volo pindarico, ma un modo per introdurre meglio l’argomento. Perché per aumentare la tua produttività devi considerare diversi fattori.
Ho eseguito un piccolo sondaggio su una dozzina di amici (i quali so essere scrittori di una certa rapidità) e nessuno è riuscito a darmi una risposta secca e precisa, riguardo la propria produzione testuale. “Spesso le condizioni fisiche o mentali non sono propriamente ideali per buttare giù un articolo“. Altre volte, invece, “l‘argomento può non essere tra le tue corde“. Questo tipo di risposta (l’ultima) è proprio quello che mi aspettavo, e se ci pensi è anche normale.
Come fare a quantificare il numero di parole prodotte in un’ora, senza sapere la natura dell’argomento? Certo se è un argomento che conosci, puoi anche scrivere “più di 1000 parole, e produrre un articolo ogni ora“. Viceversa, se devi anche documentarti, il tempo medio che impiegherai per completare il tuo lavoro, aumenterà esponenzialmente –meno conosci, più devi studiare.
Premesso questo, le risposte che ho ricevuto hanno un range che va da 200 a 1500 parole prodotte in un’ora di lavoro.
Perché è importante scrivere velocemente e, di conseguenza, aumentare la propria produttività? Per alcuni – freelance e lavoratori a progetto – è una questione di soldi. Più scrivono, più guadagnano. Altri invece – come gli impiegati – tendono a dare di più in meno tempo. Per altri ancora è solo un pretesto per scrivere quelle 100.000 parole che brulicano nella loro mente da mesi (forse anni), e pubblicare il loro primo romanzo.
Insomma, se hai bisogno di aumentare la tua produttività, ecco qualche consiglio per scrivere più rapidamente, e senza distrazioni.
1. Per aumentare la produttività scrivi per obiettivi

Ok, iniziamo subito parlando di mera produttività. L’argomento del post è questo, e oggi non ti parlerò di SEO Copywriting né di come rendere persuasivi i tuoi testi. Piuttosto, come avrai intuito dal titolo di questo paragrafo, avere chiaro l’obiettivo incide sulla produttività.
Un testo da 300 parole richiede un approccio differente rispetto a un pillar da 2500. Affrontare un determinato topic significa argomentare, in maniera quanto più approfondita, il suo campo semantico, sia per dare a Google maggiori possibilità di comprendere il tuo testo sia – e soprattutto – per dare al lettore la risposta che cerca.
Per questa ragione, in media, un articolo che aspira a posizionarsi tra i primi risultati su Google, oltre ad affrontare aspetti non trattati, o poco approfonditi da altri post, dovrebbe contenere non meno di 600 parole. Questo “limite” io non riesco a darmelo. Finché l’argomento trattato non è stato sviscerato al 100%, io, non mi reputo soddisfatto. In genere, il mio obiettivo è che l’articolo porti traffico al sito del cliente, e centrarlo, per me, non è un optional.
Qual è il tuo obiettivo? Lavori sulla semplificazione del prezzo, offrendo articoli da 600/800 parole, a un prezzo conveniente? Oppure hai scelto la semplificazione del prodotto, e quindi vuoi che il tuo articolo sia facile da trovare sui motori di ricerca, e fruibile al tuo pubblico? Occorre fissare degli obiettivi ben chiari e, in base a quelli, agire.
Adesso fermati un attimo. Immagina di dover partire, oggi stesso, per una vacanza ai Caraibi. Cosa porteresti con te? Sicuramente non un paio di sci. Sai perché? Perché sai dove andrai. Conosci la tua meta, il tuo punto di arrivo, e sai che lì, di sicuro, gli sci non ti serviranno.
Scrivere non è poi così diverso. Se conosci la quantità di parole che devi produrre, ad esempio, saprai anche quanta ricerca occorrerà fare, e partirai assolutamente preparato per il tuo piccolo (o lunghissimo) viaggio tra le parole. Questo si può applicare anche per un lavoro più approfondito.
Ricorda, non si lavora tot parole al kilo, ma – soprattutto in fase di preventivo – devi delineare un obiettivo, averlo chiaro, e quantificare la ricerca e il tempo speso. Come mi insegni, il nostro tempo è il nostro denaro.
Se non sai qual è il tuo obiettivo, come fai a sapere quanto approfondire la ricerca?
2. Non iniziare sedendoti al PC
Inizia con il pensare. Alzati dalla scrivania, fai qualcosa che occupi le tue energie, ma lascia il cervello sgombro: cammina, corri, vai in bici. Non ti aspettare il miracolo, bensì imponiti un “compito” prima di uscire di casa. Io, ad esempio, quando esco di casa, penso sempre a cosa poter scrivere, ed è quello che dovrai fare anche tu.
3. Crea una mappa mentale
Sono molto zelante su questo punto. Metti al centro di un foglio un argomento, e fatti delle domande. Se devi scrivere del prodotto XYZ non puoi mettere solo quello a centro pagina; devi chiederti perché XYZ è importante. Il nostro cervello adora questo genere di domande, perché sono quasi delle sfide, e siamo invogliati a trovare delle risposte.
A questo, aggiungi uno schema della traccia che intendi sviluppare, con tanto di h2 e breve descrizione di cosa andrai a inserire. Ad esempio, per scrivere questo articolo ho abbozzato, su un foglio di carta, una piccola traccia.

4. Dividi il lavoro per mansioni
Se devo pulire l’ufficio (cosa rara) so che lavoro meglio quando divido le operazioni di pulizia per tipo (prima tutta la polvere con lo straccio, poi aspiro con l’aspirapolvere, eccetera). Il simile attrae il simile, e si guadagna in efficienza. Scrivere è identico. Non fare tutte le cose assieme, dividi il lavoro: prima la ricerca delle informazioni, poi lo scrivere e, infine, l‘editing.
Per approfondire: Correttore di bozze? No grazie. Ecco come pubblicare un testo a prova di refuso
5. Segnati i tempi di scrittura
Sono rimasto scioccato quando ho scoperto che pochissimi scrittori professionisti registrano il numero di parole scritte in un’ora. Ovviamente ogni lavoro è diverso dall’altro, ma se registri spesso questo dato imparerai a conoscere il tuo “range“. Per un progetto più semplice, potresti produrre 750 parole in un’ora, mentre qualcosa di più tecnico può diminuire drasticamente il tuo ritmo. Non è tanto importante il numero preciso di parole scritte, quanto il semplice fatto di sapere il range.
Ho iniziato a tenere un foglio su cui segno: titolo dell’articolo, data, quante parole ho scritto, tempo impiegato per scrivere e per editare. Grazie a questo, posso dare informazioni più dettagliate per futuri preventivi.
6. Smettila di editare MENTRE scrivi

Per uscire dal tunnel dell’editing compulsivo, ecco 5 soluzioni che puoi applicare fin da subito.
#1 Copri lo schermo. Se non puoi vedere quello che scrivi non puoi nemmeno correre il rischio di tentare di sistemarlo. Se sei al pc puoi coprirlo, in parte, con un fazzoletto. Se stai scrivendo qualcosa di molto lungo tieni il manoscritto in un file a parte, e ogni volta che inizi a scrivere un pezzo copia l’ultima frase del manoscritto, così eviterai di ricontrollare tutto.
#2 Usa il pomodoro. Una piccola magia ideata da Francesco Cirillo, un’unità di tempo di 25 minuti in cui si fa solo una cosa senza distrazioni. Venticinque minuti full-immersion, niente telefono, niente mail. Niente se non la “missione”. Il pomodoro funziona perfettamente perché 25 minuti non sono poi tanti, e fanno sembrare più leggere anche le peggiori mansioni.

#3 Usa un timer rumoroso. Il pomodoro funziona bene se usato con un timer rumoroso. All’inizio pensavo a questa cosa come un disturbo, una distrazione che rendeva più difficile scrivere, ma un amico mi disse che lui si trovava benissimo con quel forte “tic-tac” in sottofondo. Diceva che era come un muro sonoro che lo aiutava a isolarsi, e la cosa mi è sembrata talmente sensata – sotto questi termini – che provai. Ok, ricordi quello che pensavo all’inizio. Continuo a pensarlo ancora. Ma non deve essere necessariamente così anche per te. Ti invito a provare. Potresti trasformare il “tic-tac” in una sorta di riflesso pavloviano, e avere sempre una voglia irrefrenabile di scrivere.
#4“Scrivi o muori“. Esiste una bella app chiamata Write or Die (free o a pagamento per 20 dollari). Non appena avrai inserito il numero delle parole, che intendi scrivere in un lasso di tempo stabilito, inizierà il “gioco”. Se non scrivi lo schermo diventerà rosa, aumentando di intensità fino al rosso fuoco. Man mano che passa il tempo il tuo computer emetterà suoni fastidiosi, come un allarme o un bambino che urla.
Tutto ciò può essere fermato in due modi:
- scrivendo
- chiudendo l’app
Io, personalmente, uso Write or Die sempre più spesso. Mi aiuta a ricordarmi quanto tempo si perda a fissare il monitor del pc senza produrre nulla.
PS → Se sei un tipo ansioso dimentica quanto appena letto.
#5 Fai pace con le vocine nel cervello. Tutti abbiamo un “aiutante” dentro di noi che muore dalla voglia di dire la sua. “Questa frase è noiosa!”, “Il mio capo mi dirà che fa schifo!”, “Non ho mai scritto nulla di buono nella mia vita!”. NON ignorare queste voci, al contrario, dagli corda quando sei in fase di editing, ma ricorda di essere severo con loro quanto loro lo sono con te. Vedrai, riuscirai a tirare fuori una bozza in men che non si dica e con il minimo sforzo.
Per aumentare la produttività devi conoscere te stesso

L’antico aforisma greco del “conosci te stesso” funziona sempre molto bene, in ogni caso della vita. Anche quando c’è di mezzo la scrittura. Se sai di poter produrre tot parole in un determinato lasso di tempo, sarai molti gradini sopra la maggior parte degli “scrittori”.
Se non hai tempo per scrivere, o semplicemente per revisionare i tuoi testi, contattami pure. Insieme troveremo la soluzione più adatta a te. 🙂
da Giovanni Amato | 12 Maggio 2016 | Content Marketing, Copywriting, Inbound Marketing
Ti capita mai di guardare il tuo sito web e di pensare che manchi qualcosa, che si possa migliorare? Migliorare. Una parola molto bella, ricca di significato. Ma come puoi migliorare il tuo sito internet? I tuoi prodotti sono fantastici, la veste grafica è accattivante, e tutto sembra funzionare per il meglio. Però, i testi delle tue pagine istituzionali convertono? Sono stati scritti cercando di risolvere un problema, o parlano solo di te, con il vano tentativo di vendere qualcosa?
Ecco, questo è quello che puoi (e devi) migliorare, se vuoi diventare un punto di riferimento per la tua nicchia di mercato. E se assumere un professionista del web copywriting non rientra nei tuoi piani, non temere, in questo articolo voglio darti alcune dritte per scrivere dei testi adatti al tuo business.
Comprendi il tuo pubblico

Sei hai un sito internet, hai anche un prodotto da pubblicizzare e vendere. Se mi sbaglio, chiudi pure questa pagina, non c’è nulla che possa suscitare il tuo interesse qui. Viceversa, per vendere devi prima comprendere il tuo pubblico; conoscere i suoi interessi e le sue esigenze.
Chi compierà l’azione o, in altre parole, chi comprerà il tuo prodotto? Chi ti invierà una mail, richiedendo informazioni? Michela, casalinga di Voghera, o suo marito Mario, gestore di un ristorante?
Questo è fondamentale per indirizzare i tuoi contenuti, e attrarre i tuoi potenziali clienti.
Se non riesci a comprendere come spingere il tuo business, e come connetterti al tuo utente finale, non farai molta strada. Del resto, la concorrenza è spietata.
Vendi la soluzione, non il prodotto

Quando le persone hanno un problema, cercano una soluzione. Dimostrare di conoscere il problema, e sapere come aiutarli a risolverlo, garantisce l’immediata creazione di un rapporto e crea interesse vero. Questo genera risultati migliori del semplice sbattere in faccia alle persone dei contenuti fine a se stessi e alla stregua dello spam.
Le pagine dei tuoi servizi vendono la soluzione, rispondendo in modo concreto o cercano di piazzare il tuo prodotto, con goffe parole di effetto? Se stai continuando a leggere, probabilmente, ti trovi ad affrontare ogni giorno il secondo scenario, ottenendo come unico effetto, un traffico semi assente o un tasso di conversione che rasenta lo zero.
Cambiare rotta, e di conseguenza modo di pensare, potrà solo farti del bene.
Dai una risposta

Le persone hanno trovato i tuoi contenuti ponendosi una domanda precisa. Quella domanda può variare a seconda di cosa stai scrivendo, ma devi essere tu a sapere di cosa si tratta e a rispondervi subito, all’inizio del contenuto. Quale promessa stai facendo nella tua prima frase? Assicurati di accompagnare le persone con il tuo discorso e di dimostrare loro che sai cosa stanno cercando.
Ponendo a Google (o a qualsivoglia search engine) una domanda specifica – in gergo query – è possibile visualizzare centinaia di risultati, dove ognuno di noi può trovare quello che sta cercando.
- Come promuovere un ristorante online
- Come allestire un negozio di abbigliamento
- Differenze tra lampada alogena o a led
Questi sono tre esempi di query. Tre problemi possibili, a cui tu devi dare una risposta. Che tu abbia un cash&carry da promuovere o un’azienda di lampade a LED, il percorso da seguire è sempre lo stesso: scrivere un contenuto che dia una risposta. In tre parole: contenuto di qualità.
Cattura l’attenzione

La frase iniziale è il fattore più importante in assoluto quando qualcuno deve decidere se cliccare su un tuo contenuto. Fallo svettare sugli altri, fai una promessa, dai alle persone un assaggio di quello che troveranno. Poi, dopo il primo paragrafo, mantieni la tua promessa.
[clickToTweet tweet=”Il #contenuto deve entrare in sintonia con il pubblico” quote=”Il #contenuto deve entrare in sintonia con il pubblico”]
Sottolinea i vantaggi
C’è una grossa differenza tra caratteristiche speciali e vantaggi. Illustrare i vantaggi del tuo prodotto attira più utenti, mentre parlare delle caratteristiche può essere interessante solo per pochi. Assicurati, quindi, di fare un buon lavoro quando parli dei vantaggi. Calati nei panni del tuo cliente potenziale, e non cercare di vendere il tuo prodotto. Piuttosto, offri una soluzione. Nel farlo, concentrati sui plus che contraddistinguono il tuo prodotto/servizio, e dai risposte concrete, partendo da domande che faresti tu.
Racconta una storia

La chiave per fare sì che le persone tirino fuori il portafogli per comprare quello che vendi, risiede nell’emozione. Le persone si ricordano di una bella storia, specialmente se li fai ridere, piangere, o spaventare. Le persone si identificano e legano con altri, grazie alle esperienze vissute.
Una buona storia umanizzerà il tuo contenuto. Come è stato usato il tuo prodotto per risolvere il problema di qualcuno? Come hai iniziato questo business? L’arte del raccontare storie, con un tocco narrativo, aiuterà a tenere vivo il tuo prodotto.
Ecco un esempio → Life is color – Pagina Chi Siamo di Malinishop.com (un eCommerce di prodotti artigianali indiani).
Usa i dati
Il ruolo dei dati, nel web copywriting, è quello di rendere più incisive le tue affermazioni e sostenere il tuo marchio o prodotto. In altre parole, aggiungono valore. Sì, è vero. Le persone ricordano più facilmente le storie che i dati. Eppure, il ruolo che hanno i numeri, in questo caso, è estremamente importante. I dati, infatti, riescono a convincere qualcuno a comprare.
Mostrare con i fatti (e non con belle parole) ciò che hai realizzato e ottenuto è uno dei passaggi verso il processo di conversione. Usalo a tuo vantaggio.
Resta concentrato e sul bersaglio

I tuoi contenuti devono avere un obiettivo preciso. Tutto ciò che si discosta da quell’obiettivo dovrebbe essere eliminato. Puoi usarlo da altre parti se ti torna utile, ma ricordati di non divagare.
Impara come sfruttare la lunghezza del pezzo
Non c’è nulla di male di un bel long post (o testo lungo). Se parli di qualcosa che ha bisogno di un discorso lungo cerca sempre di scrivere in maniera da generare interesse costante. Le persone non scappano quando trovano una storia interessante o delle informazioni utili.
Ricorda, è la storia a determinare la lunghezza del pezzo.
Visualizza
I tuoi lettori vogliono passare in rassegna le informazioni della tua pagina in maniera rapida. Puoi aiutarli rendendo le tue pagine adatte allo scopo. Scegli delle belle foto, aggiungi un grafico o due, utilizza parole chiave, paragrafi brevi, sottoparagrafi, liste… Tutto questo può rendere il tuo testo di più facile consultazione.
Smettila di parlare arabo

Sfortuna vuole che tu ne sappia di più del tuo prodotto di quanto non ne sappia il consumatore, il che è anche ovvio. Questo però non deve diventare motivo per ricordare loro quanto tu sia bravo e intelligente, utilizzando termini tecnici poco comprensibili per chi non ne sa quanto te.
Se chi legge non capisce cosa tu stia dicendo, difficilmente continuerà a farlo. Usare parole difficili non serve a nulla, se non a dare motivo al lettore di bloccarsi (e di abbandonare il tuo sito web).
Conclusioni
Ti ho dato alcuni consigli per far decollare il tuo business sfruttando il web copywriting. Adesso tocca a te metterli in pratica, farti conoscere, acquisire lead e aumentare i fatturati.
Se cerchi qualcuno che possa fare tutto il lavoro sporco al posto tuo, contattaci. Raccontaci la tua storia, parlaci del tuo prodotto, e insieme costruiremo un progetto adatto alle tue esigenze.