Il tuo ultimo articolo per il tuo blog è pronto. Hai appena cliccato su “Pubblica” e ti appresti a condividere il frutto del tuo estro sui tuoi canali social. Il post è perfetto: un headline d’impatto, un contenuto utile e di qualità e un’ottimizzazione SEO impeccabile. Eppure, il tuo sesto senso percepisce puzza di bruciato. Che potrà mai essere? Io un’idea l’avrei. Hai controllato che il tuo articolo sia a prova di refuso? Hai effettuato una revisione del testo?

Ecco, questo articolo parlerà di refusi e di come combattere questa piaga che avvilisce ogni blogger/copywriter. Sì, anche io che sto scrivendo questo post non ne sono immune. Fammi un favore: se noti errori di alcun tipo, scrivi pure nei commenti. Ti offrirò un caffè per ogni refuso da te sgamato!
Detto questo, vediamo come individuare refusi ed errori da penna blu, presenti (eventualmente) nel tuo ultimo articolo. Nove step che, se avrai l’accortezza di seguire, ti eviteranno “figuracce” o, peggio ancora, una lamentela dal tuo cliente. Se gestisci un blog aziendale, sai benissimo che gli errori non sono concepibili, e ogni articolo da te consegnato, DEVE essere perfetto.
#1 Scrivi in brutta copia

Ricordi il compito in classe d’italiano? Io, per limitare errori dovuti alla distrazione, scrivo sempre in “brutta copia”, su un foglio di carta. Proprio come a scuola. Modifico periodi, ne taglio altri e inserisco note per eventuali link interni ed esterni. Questo procedimento serve a individuare eventuali refusi e a porne rimedio. Una mappa mentale cartacea che profuma d’inchiostro.
#2 Copia su WordPress

Una volta scritto l’articolo in “brutta copia”, bisogna inserirlo all’interno del nostro blog (o in quello aziendale di un nostro cliente), utilizzando un CMS. Io, come la maggior parte dei blogger, utilizzo WordPress.
Ricopiare il testo in “bella copia” è la seconda parte della mia revisione a strati. A questo punto avrai sicuramente trovato diversi errori. Qualcosa, però, potrebbe essere rimasta. Una piccola macchia che si nota appena, ma che un occhio attento non può farsi scappare.
Ecco per trovare questa macchia dovrai rileggere il tuo articolo con occhi diversi. Che significa? Prova a leggerlo come se non fossi tu l’autore. Soffermati, inoltre, a leggere le singole parole piuttosto che i periodi. D’altronde, quelle 1500 parole che hai scritto dovrai pur rileggerle, ne convieni?
#3 Usa un correttore automatico

La revisione è quasi ultimata. Al tuo articolo serve giusto un ultimo controllo ortografico e una rilettura, a voce alta, su carta stampata.
Per il controllo ortografico, ti suggerisco il sempre verde Microsoft Word. Ti basterà copia-incollare il tuo testo e attivare la funzione relativa al controllo ortografico. Saranno evidenziati, in rosso, gli errori ortografici e, in verde, parole e periodi che necessitano di punteggiatura o di un controllo sintattico.
Attenzione, però, il correttore non è sempre la soluzione più efficace, in quanto non riesce a contestualizzare le parole contenute all’interno di una frase.
Esaminiamo la frase precedente, ipotizzando tre possibili scenari:
- il correttore non è sempre la soluzione più efficace, in quanto non riesce a contestualizzare le parole contenute all’interno di una frase
- il correttore non è sempre la soluzione più efficace, in quanto non riesce a contestualizare le parole contenute all’interno di una frase
- il correttore non è sempre la soluzione più efficace , in quanto non riesce a contestualizzare le parole conteunte all’interno di una fase
Nel primo scenario, tutto corretto, nessun refuso in vista. Nel secondo caso, invece, un controllo ortografico automatico ti segnalerebbe la z mancante in contestualizzare, così come l’errore (tragicomico) della terza frase: conteunte.
Ora, osserva nuovamente i tre esempi precedenti, e dimmi se noti qualcosa di errato. Io, intanto preparo un caffè.
Passano gli anni, i mesi, e se li conti anche i minuti
Pausa caffè terminata. Trovato il refuso? Esatto, si tratta della parola “fase“.
Il correttore automatico, in questo caso, non segnalerebbe la svista, in quanto fase è una parola del nostro vocabolario.
Detto questo, passiamo al prossimo step.
PS → Esamina ogni riscontro fornito da Word e correggi eventuali errori.
#4 Stampa l’articolo

Adesso non ti resta che stampare il tuo documento (o visualizzarlo in modalità lettura) e rileggerlo per l’ultima volta. Questo passaggio è molto importante perché la lettura attraverso la carta ci risulta più semplice, chiara e veloce. Per i documenti brevi, puoi anche farne a meno, ma quando si tratta di revisionare pagine e pagine di file testuale, la stampa è l’unica via. Potrai segnare a penna tutti i refusi, e correggerli in un secondo momento.
Seguendo questi 4 punti, il tuo articolo non dovrebbe presentare alcun errore di distrazione. Perché dico dovrebbe? Semplicemente, perché ognuno di noi ragiona, scrive e sbaglia in maniera differente. L’unica cosa che ci accomuna è la capacità di autocompletamento linguistico. No, non è una supercazzola. È una funziona cognitiva del nostro cervello che ci permette di leggere testi completamente errati, per il semplice motivo che percepiamo le parole in un insieme, riuscendole a contestualizzare e autocompletare.
Ti sarà capitato n-volte di vedere sullo stream di Facebook testi del genere:

Sì, lo puoi risolvere con un correttore automatico, è vero. Ma abbiamo visto come non sia affidabile al 100%. Puoi anche stampare il documento, ma potresti comunque leggere una parola per un’altra. In questo caso, vale indubbiamente il secondo consiglio che ti ho dato, all’inizio di questo articolo, ossia di leggere le singole parole, piuttosto che i periodi.
Ma per lavorare ancora meglio, ho un altro piccolo consiglio da darti.
#5 Leggi al contrario
Per evitare che l’autocompletamento linguistico si verifichi, oltre leggere le singole parole, sarebbe oppurtuno leggerle al contrario. Parti dall’ultima parola del testo e procedi la lettura da destra verso sinistra.
Esempio: sinistra verso destra da lettura la procedi e testo del parola ultima dall’ parti.
Sì, mi rendo conto che possa essere fastidioso, ma, credimi, lo è di più pubblicare un articolo con anche un paio di refusi.
Questo è quello che posso suggerirti per evitare errori di distrazione. Per gli orrori linguistici, ahimè, non esiste una guida. Posso darti solo un consiglio: quando hai un dubbio – la lingua italiana è complessa – non sopprimerlo. Piuttosto, sfrutta ciò che ha permesso all’uomo di evolvere: la curiosità.
#6 La curiosità non è donna, è umana

Controlla su Google o consulta il tuo storico “Devoto-Oli“. Se non dovesse bastare, chiedi. Non ti nascondo che, a volte, ho qualche problema legato alla punteggiatura. Spesso, mi basta una rilettura attenta, altre volte, invece – per essere ancora più scrupoloso – cerchio ogni singolo segno di punteggiatura. Questo mi obbliga a tornarci in un secondo momento e a domandarmi se sia o meno al posto giusto, o se può essere bellamente eliminato.
Chiaramente, questo accade solo se stampo l’articolo. Viceversa, mi limito a ringraziare Bill Gates e Microsoft Word. Le ultime versioni sono davvero una bomba. Ti consiglio di provarle.
Questi cinque passaggi sono alcuni accorgimenti che utilizzo per evitare errori in pubblicazione. Il lavoro, però, non è finito.
#7 Devi lavorare “di fino”

Per pubblicare un articolo che riesca a soddisfare il cliente (e te stesso), oltre ad essere a prova di refuso, deve essere di qualità. Per questo, al momento della rilettura, soffermati a controllare e organizzare il contenuto: hai scritto tutto o hai perso, tra una virgola e l’altra, un concetto importante? Il passaggio da un periodo all’altro è logico e fluido? Le conclusioni ti convincono?
Per tenere tutto sotto controllo, ti consiglio di creare una scaletta – scritta, non mentale – dove organizzare il lavoro.
E per carità, verifica sempre le fonti.
Le fonti devono essere verificate, citate (o rimodulate) e, qualora potesse servire ad arricchire l’esperienza del lettore, riportate attraverso le pagine web di riferimento.
Quando al “rimodulate”, spesso, tra colleghi nascono diatribe legate all’originalità di un testo. Per quanto mi riguarda, quando si tratta di scrivere un post di grammatica spagnola, la creatività consiste unicamente nell’affrontare l’argomento in maniera differente, magari affiancando lo studio di un verbo a una canzone particolare. Insomma, le regole sono quelle, quindi c’è poco da essere originali, ma si può (e si deve) raccontare tutto, attraverso una chiave di lettura differente.
Essere originali non significa necessariamente produrre qualcosa dal nulla, ma essere in grado di rielaborare e trovare una chiave di lettura differente.
#8 Controlla la grammatica e migliora lo stile

Una consecutio temporum sballata, una proposizione errata, o un accento invertito possono essere notati fin dalla prima lettura. A volte, invece, non ne bastano cento. Io, quando ho un dubbio, controllo la cara e vecchia grammatica.
Una volta che avrai epurato il tuo testo da ogni forma di errore e svista grammaticale, puoi concentrarti sullo stile. Taglia tutto ciò che è ridondante: le parole inutili, gli avverbi – pesanti come macigni – e cerca di semplificare il tuo testo. In generale, se puoi esprimere un concetto con quattro parole invece che cinque, fallo. È meglio.
#9 Formattazione e proofreading

La divisione dei capoversi, la scelta dei grassetti (non grassettare SOLO le keywords, te ne prego) e dei corsivi, e il filo logico dei tuoi H2, gioca un ruolo importante. Guidano il lettore, attraverso le tue parole, al messaggio che vuoi comunicare. Cerca di dedicare una parte della tua revisione a strati anche alla formattazione del testo.
Il proofreading, invece, è la caccia al refuso una volta che reputerai il tuo articolo pronto alla pubblicazione. Io ho la fortuna di avere un lettore speciale che, in anteprima, legge i miei articoli quando sono ritenuti pronti dal sottoscritto. Per correggere i tuoi testi, coinvolgi un amico, la tua morosa, tua zia, il tuo cane, ma non farlo da solo. Come scrive Luisa Carrada, nel suo libro Lavoro, dunque scrivo!, citando Carol Fisher e il suo The subversive copy editor:
Chi ha scritto il testo è il peggior correttore di se stesso.
Quindi, cerca di trovare un “revisore di fiducia”.
Adesso, sei pronto a pubblicare!
La revisione a strati è conclusa: inserisci le immagini, opportunamente ottimizzate, controlla l’url, tag title e description. Ecco, ora puoi cliccare su “Pubblica”.
Refusi: il tuo vademecum
Bene, questo era il mio vademecum per individuare errori legati alla distrazione e correggerli. La tua revisione a strati quali step prevede? Condividi le tue tecniche nei commenti.