La pensione rappresenta il sogno di molti! Un traguardo tanto desiderato quanto spesso difficile da raggiungere, soprattutto quando il numero di anni di contributi versati è ben lontano dalla soglia minima richiesta dalla normativa vigente. Tuttavia, esistono delle eccezioni: scopri se è possibile andare in pensione con soli 15 anni di contributi!
La pensione: alcune informazioni utili
Andare in pensione significa interrompere l’attività lavorativa continuando però a ricevere una somma mensile, calcolata sulla base di diversi fattori. L’aspetto centrale del sistema pensionistico è di natura economica e fiscale, ma la pensione coinvolge anche la dimensione sociale ed emotiva della persona, influenzando profondamente la sua quotidianità e il suo benessere psicologico.

Il raggiungimento della pensione, infatti, segna un cambiamento radicale nella vita di ogni lavoratore o lavoratrice: nuove abitudini, una routine diversa, più tempo libero da dedicare a sé stessi e alle proprie passioni. Per alcuni questo momento rappresenta una vera e propria liberazione, mentre per altri può essere vissuto con ansia o preoccupazione.
La pensione, dunque, è un tema complesso e delicato, che coinvolge aspetti fiscali, economici, ma anche personali ed emotivi. C’è chi sogna la pensione anticipata e chi, invece, si trova costretto a lasciare il lavoro per raggiunti limiti di età o di contribuzione. Addentriamoci insieme in questo universo articolato.
EtĂ pensionabile, etĂ contributiva: di cosa si tratta?
Prima di approfondire i concetti di età pensionabile, età contributiva e pensione minima, è utile soffermarsi brevemente sul funzionamento generale del sistema pensionistico. Questo ambito, di grande rilevanza economica e sociale, è spesso al centro di dibattiti e riforme. L’introduzione di soglie minime per l’accesso alla pensione risponde a un’esigenza ben precisa.

Qual è questa esigenza? Garantire un equilibrio tra il numero di lavoratori attivi, che versano i contributi previdenziali, e il numero di pensionati, che percepiscono l’assegno mensile finanziato proprio da quei contributi. Uno squilibrio tra queste due categorie potrebbe compromettere la sostenibilità dell’intero sistema. Ma cosa si intende esattamente per età pensionabile ed età contributiva?
L’età pensionabile è l’età anagrafica minima fissata dalla legge per poter accedere alla pensione; l’età contributiva, invece, indica il numero di anni di contributi effettivamente versati dal lavoratore o dalla lavoratrice. Attualmente, l’età pensionabile è fissata a 67 anni, mentre il requisito contributivo minimo è di 20 anni.
La pensione minima, cosa è?
In base a quanto illustrato finora, un lavoratore o una lavoratrice non possono accedere alla pensione se non hanno compiuto almeno 67 anni e non hanno maturato almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, esistono situazioni in cui si soddisfa solo uno dei due requisiti. Cosa accade in questi casi?

Ad esempio, un lavoratore di 68 anni che ha versato solo 15 anni di contributi soddisfa il requisito anagrafico (67 anni), ma non quello contributivo (20 anni). In situazioni come questa può intervenire il meccanismo della pensione minima.
La pensione minima consiste in un’integrazione dell’assegno pensionistico, qualora l’importo spettante sia inferiore a una soglia stabilita annualmente. Nel 2025, la soglia della pensione minima è stata aggiornata, con un aumento rispetto all’anno precedente, attestandosi intorno ai 615 euro mensili.
E’ possibile accedere alla pensione con 15 anni di contributi?
La risposta è sì, ma solo in presenza di specifiche deroghe previste dalla normativa, come illustrato nei paragrafi precedenti. In questi casi si parla di pensione di vecchiaia. Un esempio di eccezione riguarda chi ha almeno 67 anni di età e ha maturato 15 anni di contributi prima del 1992.

Un’altra possibilità riguarda chi possiede un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e ha lavorato in modo discontinuo, totalizzando meno di 10 anni di contributi effettivi. Anche in questo caso, è possibile accedere alla pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni. Un’ulteriore eccezione riguarda coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1996.
Per questi ultimi, la normativa consente di accedere alla pensione di vecchiaia con soli 5 anni di contributi, ma solo al raggiungimento dei 71 anni di età . Tuttavia, l’importo dell’assegno sarà proporzionale ai contributi effettivamente versati e quindi generalmente molto basso. Il sistema pensionistico è estremamente articolato: per evitare errori o fraintendimenti, è sempre consigliabile rivolgersi a consulenti esperti che possano fornire indicazioni personalizzate in base alla propria situazione lavorativa e contributiva.